Testimonianza di Piero Dilauro, Collaboratore centrale 1997-2002
Ho iniziato a interessarmi al Movimento nel 1992 durante il conflitto in Bosnia ed Erzegovina, da studente alle superiori mi domandavo il perché di tali crudeltà efferate tra giovani di un paese così vicino all’Italia e allo stesso tempo così distante per il clima di violenza inter-etnica che si andava consumando ogni giorno. Mi chiedevo se l’intelligenza critica di un liceale di provincia potesse mai concepire una sensibilità culturale più vasta per analizzare lo scenario storico e politico della guerra. Campeggiavano di fronte a me le figure di don Tonino Bello e le lettere di don Lorenzo Milani, due profeti del nostro tempo. Riflettevo con loro; nelle assemblee d’Istituto o nelle riunioni dei nascenti movimenti studenteschi de “La Pantera” non c’era davvero spazio. Allo stesso modo il gruppo della parrocchia era fermo a visioni di circostanza. Nel 1994 la mia passione per le diversità trovò una più completa espressione nel convegno Tessere di un Infinito Puzzle e nell’amico che distribuiva giornalini scolastici di cui era Direttore, ai campi nazionali. Le sfide a calcio con i più grandi e un coach di eccellenza come Luciano Corradini, che ritrovai nel 1996 al seminario sulla scuola delle autonomie, mi fecero intendere che forse non mi ero sbagliato: la riflessione culturale degli studenti cattolici italiani era davvero ridotta nel soggetto del Gruppo d’Istituto. Bisognava inaugurare una stagione di novità non solo a livello culturale, ma anche in tema partecipazione, diritti, collegialità e protagonismo studentesco. Il movimento delle occupazioni aveva tradito le aspettative e il mondo cattolico continuava a dibattersi tra una mancata partecipazione ufficiale alla sfera pubblica dopo le varie scissioni e l’avvento dell’Ulivo democratico. Il progetto culturale di certo più interessante che abbia letto, è stata la riforma del Movimento Studenti di Azione Cattolica nel 1997. Non persi altro tempo e a quattro giorni dall’orale della maturità presi il treno per andare a Roma dove appresi del mio (buon) voto di esame nel mezzo del traffico di una cabina telefonica nei pressi di piazza Paoli; quasi come in una canzone di Venditti. Stavo sognando a occhi aperti, ma il bello doveva ancora arrivare. Punti d’Incontro, orientamenti culturali, primo annuncio, formazione specifica e su tutti il principale obiettivo: rilanciare i circoli di Movimento fino a raggiungere il numero di 100 nell’anno 2001. Ora la vicenda si faceva interessante. Nel 1998 l’incontro con il Ministro Berlinguer e le tesi de “Il Sentiero e la Meta” sulla pluralità dei saperi che contribuirono alla chiara definizione del ruolo delle associazioni studentesche nel quadro di riforme della scuola italiana e dello Statuto dei diritti delle studentesse e degli studenti. Nel 1999 il sussidio sull’educazione interculturale, una prospettiva europea (ma qualcuno si ricorderà anche la più famosa gag estiva del parioletto e del mitico Piotta!). Nel 2000 il monitoraggio con Cittadinanzattiva negli Istituti scolastici e attraverso i circoli di Movimento sull’applicazione pratica di alcune norme sancite dallo Statuto. Nel 2001 la prima vera Scuola di Formazione per Studenti con Tullio De Mauro, Giovanni Moro, Paolo Giuntella. Tempus fugit… E tu che mi leggi, che cosa fai di bello? Come ti sei attivato per cambiare la tua scuola? E la tua vita? Sotto a chi tocca!!!
Firmato,
Fatti sotto 2010