Un anno di lavoro a Roma e … dintorni (1966-1967) per il MSAC

Testimonianza di Emilio  Butturini, delegato nazionale studenti per la GIAC dal 1966 al 1967

Anch’io come Livio Pescia – a cui sono succeduto nell’ottobre 1966 – mi limito ad alcuni cenni sul mio anno di lavoro in Presidenza GIAC, come Delegato nazionale del Movimento Studenti di Azione Cattolica (MSAC), con sede in via della Conciliazione, 1 e alla “Domus Pacis”, dopo essere stato Delegato diocesano a Verona. Primi collaboratori dell’Ufficio Studenti erano Enzo Morgagni di Ravenna e Antonio Minasi di Palmi Calabro, con cui lavorai intensamente e in fervida amicizia fino a tutto settembre 1967. A questi si aggiunse, dal gennaio 1967, il mio concittadino Maurizio Carbognin, già collaboratore del MSAC veronese, specie per gli ultimi numeri del “glorioso” mensile della GIAC di Verona «Idea Giovanile» (fondato nel 1921) e animatore del locale giornale studentesco «Cinque +». A Roma avrebbe seguito, in particolare, il mensile «Gioventù Studenti» e il nascente sussidio periodico «Presenza e Dialogo».

Assistente ecclesiastico  nazionale era il savonese don Giuseppe Rovea (poi per tanti anni Consulente nazionale dell’Unione Cattolica Italiana Insegnanti Medi/UCIIM), che era stato collaboratore del prof. Michele Federico Sciacca, noto docente di Filosofia Morale all’Università di Genova. Segretaria Nazionale del Movimento delle studentesse di A.C., a nome della Gioventù femminile (GF), era la prof.ssa Angela Maria La Porta. Con lei e con le sue collaboratrici, a partire da Uliana Tartaglia, d’intesa con Maria Leonardi, allora Vice e poi Presidente nazionale della GF, abbiamo iniziato un lavoro comune, teso all’unificazione dei due Movimenti studenti di AC.

Poco tempo dopo il mio arrivo a Roma fui coinvolto da Antonio Minasi in un grande convegno (150/200 rappresentanti) del CISS (Centro Italiano Stampa Studentesca), che mi confermò la grande vivacità culturale e la volontà di coordinamento di numerosi giornali studenteschi di ispirazione cattolica, che io avevo conosciuto nella mia realtà veronese, dove fiorivano e venivano distribuiti nelle scuole medie superiori alcuni giornali studenteschi, fra cui il già citato «Cinque +».

Dopo alcuni incontri in parrocchie romane per parlare dei rapporti fra chiesa, scuola e famiglia e proporre gruppi di studenti capaci di rappresentare nelle loro scuole la realtà di un cristianesimo rinnovato dal Concilio da poco concluso (dicembre 1965), partecipai, sia come docente (contemporaneamente al mio incarico in GIAC, ero professore di ruolo al Liceo “Augusto” di Roma) sia come Delegato nazionale del MSAC al X Congresso nazionale dell’UCIIM, che si tenne alla Domus Pacis dal 4 all’8 dicembre 1966 sul tema «L’istituto scolastico come comunità educante». Fu un’occasione sia per comunicare le linee di indirizzo del Movimento Studenti, specie sul tema allora dibattuto degli Organismi rappresentativi (OR) nell’ambito degli Istituti scolastici (che sarebbe stato “in qualche maniera” affrontato, tre anni dopo, da una Circolare ministeriale di riconoscimento delle Assemblee studentesche nelle secondarie superiori), sia per conoscere significativi rappresentanti dell’UCIIM, come i professori Carlo Perucci e Pasquale Modestino (oggi scomparsi) o il ben noto Luciano Corradini e Rosa Calzecchi Onesti (ultranovantenne, ma sempre spiritualmente e culturalmente vivace). Con tutti avrei stretto intensi rapporti di  amicizia e di arricchenti scambi culturali, specie a partire dal 1969, quando anch’io fui eletto a far parte del Consiglio centrale dell’UCIIM, con cui avrei lavorato per parecchi anni, avendo incontrato personalmente e apprezzato moltissimo il Presidente Gesualdo Nosengo, nonché i suoi successori Aldo Agazzi e Cesarina Checcacci. Avevo voluto anche incontrare (cercandone la collaborazione, anche con qualche scambio significativo di lettere) il prof. Giovanni Gozzer, allora Capo dell’Ufficio Studi del Ministero della PI, mentre non sono riuscito ad incontrare don Lorenzo Milani, in casa della mamma a Firenze, nonostante le intermediazioni di don Franceschi e dell’allora vescovo di Lucca Enrico Bartoletti, già docente di teologia di don Lorenzo.

Continuavano frattanto gli incontri nell’ambito dell’Ufficio Studenti, a cui si aggiungevano riunioni con la Presidenza GIAC, in particolare col Presidente Antonio Amore, il Vice Presidente Arturo Parisi, il segretario Francesco Piva e l’Assistente don Filippo Franceschi e con la stessa Presidenza Generale, specie col prof. Vittorio Bachelet e il vescovo Franco Costa, per definire motivi ispiratori di fondo e linee di azione del Movimento Studenti, che avevano cominciato a diffondersi alla base, secondo istanze comuni, già emerse nel Convegno nazionale del MSAC del novembre 1964, in pieno clima conciliare. Non si poteva ignorare l’esistenza di realtà associative diffuse in varie diocesi, a partire da quelle di mia diretta conoscenza o che venivo a poco a poco conoscendo: Verona, Vicenza, Venezia, o anche Bolzano e Trento, dove avevo cominciato il mio insegnamento di ruolo, e poi Mantova e le altre sedi che cominciavo a “visitare” per l’incarico in GIAC. Si trattava di realtà associative molto vivaci ed attive, formate da ragazzi e ragazze, con esplicita volontà di “coeducazione”, che avevano assunto il nome di «Gioventù studentesca» (GS), col simbolo dell’asino rampante, ma che non si identificavano con l’omonima (e ormai consolidata) realtà milanese, ispirata e condotta da don Luigi Giussani e che nel 1969 si sarebbe denominata «Comunione e Liberazione» (CL).

Realtà associative di vario tipo, quasi sempre costituite da ragazzi e ragazze,  incontravamo nelle “visite” agli Uffici diocesani studenti, realizzate sempre d’intesa con la GF, talora con la presenza contestuale mia e della La Porta, come in quella tenuta ad Arezzo nel novembre 1966. Altri incontri si tennero a Lucera di Puglia (sempre nel 1966) e, col nuovo anno, a Viterbo: il 22 gennaio 1967 con relazione mia e il 29  con relazione della La Porta, essendo, fra l’altro, impegnato, in quella stessa ultima domenica di gennaio, a Piacenza per un convegno di una GS legata al Movimento di don Giussani.

Dal 3 al 6 febbraio partecipai con don Rovea all’incontro di Basilea della JEC (Jeunesse étudiante catholique), con l’opportunità di confronti significativi fra i vari gruppi presenti (specie della Francia e della Svizzera francofona) e di scambi di testi, riviste e documenti (interessanti quelli relativi al metodo della «Inchiesta/Campagna», dibattuto anche in GIAC e in GF). Molto importante  a Basilea fu lo scambio di esperienze e di valutazioni relative alla “contestazione studentesca”, che culminerà nel 1968, ma che già si era manifestata in Germania, Francia e soprattutto negli USA. La prima forma generale di protesta si ebbe a Berkeley nel 1962, seguita da altre manifestazioni, specie in sedi prestigiose di istituti universitari e scuole superiori dell’Europa occidentale (dello stesso Liceo “Augusto”, dove insegnavo), dato che maggiori spiragli di libertà si hanno e meglio si vedono i condizionamenti che vincolano l’effettivo esercizio della libertà.

Si era intanto deciso in alcuni incontri degli Uffici Studenti di GIAC e GF di dare vita ad un sussidio periodico per i gruppi dei Movimenti Studenti di AC, che si concordò di denominare «Presenza  e Dialogo». Il primo numero uscì nel mese di marzo 1967, cui sarebbe seguito il numero 2-3 (aprile-settembre 1967), anche in vista del nuovo Convegno Nazionale unitario, che si programmò per il 13-16 aprile 1967.  Seguivano nuovi incontri con associazioni miste (di ragazzi e ragazze), il 19 febbraio a Bergamo, il 22 marzo a Perugia, il 28 marzo a Foligno e a Gubbio, il 23 aprile a Brescia, il 24 aprile a Verona, con l’amico assistente don Rino Breoni.

In quello stesso mese di aprile – prima degli incontri di Brescia e Verona – vi era stato  una riunione assai importante dell’Ufficio Studenti di GIAC e GF, con la presenza dello stesso Presidente generale dell’ACI Bachelet, nella sede dell’ex vicariato in via della Pigna, con la GS romana, in qualche misura legata all’esperienza milanese di don Giussani, mentre dal 6 all’8 aprile 1967 si era tenuto a Messina un Convegno interregionale (calabro-siculo) dei Presidenti e Assistenti diocesani di ACI,  con la partecipazione di rappresentanti del nostro Ufficio Studenti, mentre io mi impegnai ad essere presente al Convegno della GS milanese  del 9 aprile 1967.

Fu quest’ultimo un incontro di oltre 1200 ragazzi e ragazze, presieduto dal dott. Luigi Negri, l’attuale vescovo di S. Marino, allora Presidente diocesano di GS, con la presenza di Autorità politiche e religiose, fra cui l’allora Delegato arcivescovile per l’AC mons. Libero Tresoldi. Dopo l’intervento di uno studente (Corti), che denunciò la mancanza in una scuola, che pretende di essere “neutra”, di veri contenuti e di autentici rapporti educativi, chiedendo almeno un effettivo rispetto di un pluralismo associativo studentesco, tenne una relazione il sociologo della Cattolica Gian Enrico Rusconi, osservando anzitutto che la scuola italiana era specchio del conformismo tecnologico e consumistico della società. Sulla scuola occorreva, comunque, puntare per un rinnovamento sociale e politico, senza presumere “unioni sacre” prive di fondamento, ma anche senza incoraggiare conflitti ideologici. Il Preside del liceo scientifico di Busto Arsizio Mascheroni propose a questo punto come unica soluzione il pluralismo delle istituzioni scolastiche, riconosciuto anche economicamente dallo Stato, come del resto già si faceva in ambito sanitario.

Ci fu quindi l’appassionato intervento dell’allora Prevosto di Varese mons. Enrico Manfredini (futuro vescovo di Piacenza prima e poi di Bologna), che non temeva di definire “fascista” la scuola italiana, in quanto monopolizzata dallo Stato, criticando chi come l’UCIIM si illudeva di fare di una tale scuola una “comunità educante”,  insistendo in conclusione  su un effettivo pluralismo istituzionale, di cui non sembrava preoccuparsi neppure  la DC, e sul rafforzamento almeno del pluralismo associativo studentesco, l’unica possibilità esistente in Italia di revisione critica dei valori o disvalori trasmessi dalla scuola.

Il Convegno si concludeva senza discussione, con la lettura di un telegramma del Papa e di una significativa lettera dell’Arcivescovo, che invitava i giovani – in sottintesa critica di alcune impostazioni emerse anche in quel Convegno (come mi confermò privatamente mons. Tresoldi, che definì “sfasati” alcuni interventi di quella mattina) –  a scoprire nelle strutture scolastiche tutte le possibilità educative esistenti, collaborando con i loro compagni per raggiungere una intensa e gioiosa vita umana. In particolare invitava ad apprezzare le vocazioni all’insegnamento, ad impegnarsi per rendere più vive e partecipate le ore di religione, a cercare di essere fermento di tutta la realtà studentesca, attraverso un dialogo capace di ascoltare e di comprendere fino in fondo anche posizioni diverse dalle proprie.

Pochi giorni dopo, dal 14 al 16 aprile 1967, con la S. Messa e il saluto iniziale dell’Assistente generale dell’ACI , il vescovo Franco Costa iniziava il Convegno nazionale unitario dei Responsabili diocesani dei Movimenti studenti di GIAC e GF sul tema «Il gruppo: esperienza cristiana di vita». L’ex Presidente della GIAC Paolo De Sandre, divenuto Presidente della Federazione Internazionale della Gioventù Cattolica, tenne la I relazione sul tema «Il gruppo del Movimento per una pastorale organica nel mondo studentesco», definendo le motivazioni psicologiche, sociologiche, teologiche e pastorali che rendono un gruppo capace di rispondere alle esigenze delle singole persone e del sistema sociale, nel contesto di una pastorale organica della Chiesa. Dopo la discussione in seduta plenaria, intervenivo ricordando il 1° Convegno unitario di GIAC e GF del 1966 sul tema «L’azione missionaria del Movimento Studenti», con le due fondamentali relazioni del salesiano don Giancarlo Negri («L’azione del gruppo nell’ambiente studentesco» e «La vita del gruppo in funzione della sua azione missionaria») e dando alcune indicazioni per l’attività dei gruppi di studio e per le relazioni conclusive da parte dei vari conduttori dei gruppi, con possibilità di ulteriori interventi di modifica o di integrazione delle relazioni presentate in ulteriori sedute plenarie.

Il 15 aprile veniva presentata dalla prof.ssa La Porta la relazione concordata tra i due Movimenti Studenti di GIAC e GF,  con l’indicazione delle dimensioni ecclesiali del gruppo: testimonianza di vita, annuncio della Parola, nel modo proprio dei laici (LG 35), attività liturgica e impegno missionario. Non dovevano mancare nella scuola  “momenti caratterizzanti e climatizzanti”, con forme specifiche di catechesi, di valorizzazione dell’ora di religione, di incontri e corsi “parascolastici”, aperti anche ad altri ragazzi. Venivano alla fine presentate, come scelte qualificanti del MSAC, la «Revisione di vita», suggerita già nel 1° Convegno unitario del 1966 da don Negri – che aveva scritto al riguardo un testo specifico per la Collana “GIAC-DOCUMENTI” («La revisione di vita come metodo catechistico») –  e la «Inchiesta-campagna» come modalità consigliata di attuare il dialogo con tutto il mondo studentesco. Nella mattinata del 16 aprile infine, dopo le Lodi e la S. Messa, si teneva una significativa e accalorata “Tavola rotonda”, moderata dall’on. Vinicio Baldelli, Consigliere centrale dell’UCIIM, sul tema: «La partecipazione degli studenti alla vita della scuola: criteri di fondo, ambiti e forme istituzionali degli organismi rappresentativi di istituto». Intervenivano il prof. Luciano Corradini, pure del Consiglio centrale dell’UCIIM, e, a nome degli studenti, Maria Cella di Genova, Paolo Cosci di Pisa e Luca Perrone della GS di Milano. Il Convegno si concludeva con la discussione in seduta plenaria e la mia presentazione delle conclusioni della Tavola rotonda, come si può vedere nel numero doppio di «Presenza e Dialogo» di aprile-settembre 1967, pp. 4-5 e pp. 47-48, rispettivamente per l’introduzione e le conclusioni.

Seguivano intanto, in maggio e giugno 1967, nuove riunioni fra i nostri Uffici Studenti GIAC e GF e la GS di Roma e viaggi a Gravina di Puglia (13 maggio), a Trieste (3-4 giugno), a Bolzano (più precisamente a Weissenstein/Pietralba), con l’amico assistente don Giancarlo Bertagnolli (18 giugno), un nuovo incontro a Viterbo (28 giugno), mentre alla Domus Mariae si tenevano riunioni con la GF per il Consiglio nazionale del CISS,  per la redazione di «Presenza e Dialogo», per la definizione dei programmi per i Campiscuola dell’Estate o per l’impostazione della «Inchiesta-Campagna» del 1967/68. A luglio il mio impegno prevalente fu quello di Commissario agli esami di maturità all’allora VI Liceo di Milano, che non mi impedì un interessante incontro a Monza. Dopo un periodo di vacanza, mi ritrovai a Messina a rappresentare, insieme con Minasi, Uliana Tartaglia e Maria Cella, il MSAC al Convegno nazionale della FUCI (26-27 agosto), non senza un’interessante “tavola rotonda” a Palmi. Nel settembre 1967 infine, dopo l’incontro programmatico annuale della GIAC a Villa Sorriso di p. Rotondi (11-13 settembre) e gli esami di riparazione al VI Liceo di Milano, vi fu l’ultimo mio periodo romano per le “trasmissioni” d’ufficio ai colleghi Morgagni, Minasi e Carbognin, in vista dell’arrivo del successore, Paolo Cosci.

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