Testimonianza di Mauro Vaiani, incaricato regionale MSAC in Toscana, 1980-1982 circa
Per le ragazze e i ragazzi impegnati nei gruppi studenteschi cattolici di oggi, ho conservato gelosamente, in una vecchia bottiglia dei primi anni ‘80, alcune parole che ricevetti io, allora.
La segretaria nazionale Giovanna Acquaro mi raccomandò, sì proprio a me, impulsivo e polemico ragazzo della provincia toscana, maggiore capacità di ascolto e di dialogo, maggiore pazienza, addirittura umiltà. Una piccola grande lezione, da una donna che, ai miei occhi, era già così adulta!
L’assistente nazionale di allora, don Giuseppe Valensise, incenerì tante mie paure, di crescere, di cambiare, di lavorare, con questa frase fulminante: a volte il “no” più provvidenziale, nella vita, è un coraggioso “sì”, con la fiducia in D-o, che ha abbastanza fantasia da saperci mantenere, fra gli accidenti e le possibilità delle nostre storie personali, sulla strada della salvezza.
Infine una frase di Luisa Prodi, mia conterranea, che divenne segretaria nazionale dopo Giovanna, sul futuro che ci stavamo costruendo. Quando, ormai alla fine della mia esperienza nel movimento, mi trovavo ormai dinanzi all’inizio della mia non facile esperienza come studente-lavoratore, lei, che aveva sempre le idee più chiare di tutti noi, mi spronò ad andare avanti. Lei aveva già deciso che voleva fare l’insegnante di matematica, per “insegnare ai ragazzi a ragionare con la propria testa”. Come l’ho ammirata!
Il MSAC è stato il mio primo movimento toscano e la mia prima esperienza ecclesiale italiana e internazionale. Come incaricato regionale ebbi la fortuna di stare vicino a un uomo di grande fede e cultura, che ha lasciato una forte impronta nella Chiesa toscana, Alberto Migone, che all’epoca era il delegato regionale di AC. Ho avuto l’onore di rappresentare il movimento all’estero nelle assemblee europee e mondiali della gioventù studentesca cattolica mondiale.
Grazie al MSAC ho partecipato a discussioni appassionanti sulla riforma della scuola, sui cambiamenti in corso nella società italiana ed europea, sulla libertà nel mondo. Si vedevano già le prime crepe nel muro di Berlino, vi rendete conto?
Difetti, problemi, limiti? Certo che ne avevamo e ce ne sono stati! Personali, di gruppo, come progetto educativo! Eravamo uno dei movimenti più avanzati sul terreno dell’evangelizzazione e della promozione umana, ma eravamo anche tanto impreparati di fronte a temi come il diritto allo studio, la libertà religiosa, il pluralismo scolastico, la sessualità in vista del matrimonio, la condizione delle persone gay e trans, le marginalità sociali, la violenza politica.
Tuttavia siamo stati avvolti in una tempesta d’entusiasmo e d’amore, in Cristo, dalla quale nessuno mai ci separerà!
I gruppi studenteschi cattolici sono stati il luogo dove ho imparato ad ascoltare, a dire dei “sì” coraggiosi nei momenti in cui tutto ti spinge a dire “no”, a ragionare con la mia testa e a dare una mano, a mia volta, come lavoratore, come intellettuale, come uomo, a tutte le persone che, per dirla con le parole del grande toscano Arturo Paoli, vanno “cercando libertà”.