Un senatore msacchino…

Testimonianza di Giuseppe Lumia, msacchino di Palermo, anni ‘70

Per me il MSAC è stata un’esperienza forte, che mi ha segnato e che conservo ancora nei miei ricordi. Un percorso splendido vissuto in parrocchia insieme ai tanti studenti della mia città natale, Termini Imerese, e poi a livello diocesano, a Palermo, alla guida del Movimento.

Tre cose hanno caratterizzato quell’esperienza: la formazione, la spiritualità e l’impegno.

La formazione è stata severa e rigorosa, ma allo stesso tempo affascinante perché ci proiettava sui grandi scenari del mondo. Ricordo ancora le dispense di colore verde, con le quali si studiavano i grandi movimenti di pensiero politici e culturali, così come ho ancora impresso il ricordo del nostro impegno nello studio dei documenti del Concilio e di quelli sulla scuola italiana di quel tempo.

Uno studio che ci portava a condividere la conoscenza prima all’interno del gruppo e poi a scuola. Insomma, un lavoro prezioso che forgia l’identità, la personalità, il carattere, un modo di essere che non si dimentica più.

Allo stesso modo ho un ricordo vivo dei momenti di preghiera, dei ritiri, della partecipazione alle liturgie. Una spiritualità viva, aperta, mai chiusa o arrogante. Una spiritualità che porta all’ascolto profondo della Parola, al dialogo con Dio e con gli uomini, che alimenta una fede incarnata, mai scontata o boriosa.

Infine, i campi scuola estivi, i momenti di gioia e divertimento, ma anche di studio e formazione. Attività programmate nel mese di settembre e realizzate durante il corso dell’anno. Una programmazione di lungo periodo perché l’impegno nella scuola non doveva rincorrere la cronaca o le emergenze. Ci guidava l’idea di proporre una progettualità aperta e condivisa, in grado di dare agli studenti la possibilità di essere protagonisti del proprio percorso formativo: un mese dedicato alla pace, uno alla mafia, uno all’ambiente, uno al territorio e così via… . Mese per mese la scuola veniva animata dalle nostre iniziative: volantinaggio mattutino, con i cosiddetti  tazebao; assemblee di classe, di corso, d’istituto; incontri ed iniziative con le realtà più significative e importanti della società civile; trasmissioni radiofoniche; manifestazioni con gli operai e le associazioni di volontariato.

L’impegno nel Movimento ci portò anche a vivere momenti elettorali nelle scuole, con i decreti delegati, con le elezioni dei consigli di classe, d’istituto e di distretto, nelle quali ottenemmo anche importanti successi. Imparavamo così la tecnica elettorale e soprattutto l’importanza della partecipazione agli organismi studenteschi, alimentata da una seria preparazione e un continuo coinvolgimento degli studenti.

Altre due cose mi preme sottolineare dell’esperienza nel MSAC: la prima è la capacità dei nostri educatori, attraverso un efficace modello organizzativo e formativo, di orientarci verso una visione aperta e progressista della società e della Chiesa, sulla quale abbiamo investito il nostro impegno per il bene comune, per la giustizia, la solidarietà; la seconda è il coinvolgimento alla temperie e ai travagli sociali e politici di quel periodo. In quella fase di grande scontro ideologico il MSAC ci ha dato la possibilità di attraversare le correnti calde di quegli anni. Ancora oggi non posso dimenticare la notizia dell’assassinio di Peppino Impastato. Un fatto tragico, che ci aprì gli occhi sulla drammaticità della presenza della mafia, che prima lo eliminò fisicamente e poi cercò di macchiare il suo valore civile attraverso il depistaggio. Si voleva far credere, infatti, che Peppino fosse un terrorista e che morì per mano sua durante la preparazione di un attentato.

Un tema, quello della presenza delle mafie, forse ancora sottovalutato e che richiede oggi più che mai impegno e coraggio.

Buon lavoro cari ragazzi del Movimento studenti. Sono certo che con il linguaggio del nostro tempo riuscirete a trovare i percorsi adatti per affrontare i travagli e coltivare le speranze della Chiesa e della società di oggi.

Sen. Giuseppe Lumia

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