Due sposi msacchini

INTERVISTA AI CONIUGI SINTUZZI

(CIZIO DEL MSAC DI CESENA -ed equipe nazionale- DAL 1995 AL 2008- CLAUDIA DEL MSAC DI VENEZIA DAL 2004 AL 2009)

a cura di Geggio Carastro


Claudia, cosa ti ha dato il MSAC?

Come prima cosa…il marito.

Inoltre, avere una responsabilità così grande mi ha aiutato a crescere. Mi ha caricato nelle relazioni. Non ha prezzo quel che ho ricevuto.

E a te, Cizio?

Vorrei iniziare dicendo che io ho fatto parte del MSAC di Cesena dal 1995 al 2008. Di quegli anni ricordo la importanza formativa dei campi nazionali dove avevi la grande fortuna di poterti confrontare con persone di tutta Italia;tra l’altro, lì ho appreso diversi bans che ho a mia volta insegnato in diocesi, quando ero chiamato ad animare feste, incontri.

Sono stato anche membro della equipe nazionale.

Claudia, cosa ricordi del tuo impegno per la diocesi di Venezia?

Ricordo le tante attività che insieme all’altro segretario diocesano Michele Azzoni abbiamo intrapreso per far diffondere il Movimento nella nostra diocesi. Siamo arrivati a coinvolgere stabilmente una cinquantina di studenti.

Momenti importanti sono state le SFS del 2004 (segretari nazionali: Maria Carmela Aragona e Simone Esposito), che mi ha dato molta energia e quella del 2007, che abbiamo vissuto come circolo con grande consapevolezza, essendoci preparati molto. Svelo un segreto: alla SFS del 2004 avevo visto per la prima volta Cizio che era nel Team di accoglienza. Lui si ricordava di me- ma me lo ha detto dopo- e del maglione giallo che indossavo. Dirò di più… mia sorella aveva il cellulare di Cizio prima che lo avessi io quando ci siamo fidanzati. A quella SFS Cizio dava a tutti il suo cellulare perché era finalizzato al grande gioco che si sarebbe poi svolto…

Organizzavamo anche diversi incontri del Triveneto cui partecipavano anche i circoli di Padova, Trieste, Vicenza, Rovigo.

L’esperienza msacchina si è impreziosita con in Campi interregionali di Movimento, con la partecipazione ai Congressi, con la Mo.C.A. L’unico rimpianto è quello di non aver preso parte a campi nazionali.

Infine, nel 2008, abbiamo organizzato, come circolo veneziano MSAC, una gita di istruzione al Senato della Repubblica, per conoscere questa importante istituzionale della vita democratica del Paese.

E pensare che al MSAC ci sono finita quasi per caso, perché la Presidenza di Venezia volle regalarci il viaggio a Chianciano come premio per aver saputo comunicare nelle nostre scuole una iniziativa associativa.

Cizio, Cosa ricordi del tuo servizio in equipe nazionale?

Mi ricordo come l’equipe nazionale sia stata veramente il cuore pulsante, in cui si confrontavano diverse opinioni, ma che poi trovavano sintesi ed affiatamento.

Se devo aggiungere un piccolo rammarico, è quello relativo al fatto che non ci siano più due segretari nazionali: la differenza di genere era un segno importante. Per non parlare del fatto che ci si divideva il lavoro.

A cosa pensate quando sentite parlare di MSAC?

Claudia: All’I Care di don Lorenzo Milani. Siamo stai recentemente a Barbiana ed è stata una emozione vedere i luoghi del priore, spiegati da uno dei suoi alunni…

Cizio: lo volevo dire io. Inoltro, penso al ruolo di apripista che il MSAC ha sempre avuto anche verso il Settore Giovani. Quanto si trova ad affrontare il MSAC dopo qualche anno diviene oggetto di riflessione utile anche per i Giovanissimi.

Cosa augurate al MSAC?

Di rimanere una esperienza corale, comunitaria. Infatti, se il MSAC si lega troppo all’esuberanza di una sola persona, quando questa va all’università, l’esperienza rischia di esaurirsi. Insieme a questo, la intera Presidenza diocesana deve investire sul MSAC.

Una terza cosa: puntare su testi come Professione Studenti oppure la Regola spirituale dei Giovanissimi.

Come volete concludere questa intervista di coppia sul MSAC?

Per quel che ci riguarda… meno male che abbiamo incontrato il MSAC nelle nostre vite…

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