Ricordi in… movimento!

Testimonianza di Stefano Padoan – Direttore Presenza & Dialogo Studenti e Collaboratore centrale Msac anni ‘90

Il mio primo approccio al Movimento Studenti? Tutta colpa di una suora!

Io non ho avuto la fortuna di vivere l’esperienza del MSAC come studente delle Scuole superiori: la prima volta che mi sono avvicinato al movimento ero già all’università e in Azione Cattolica facevo un po’ di tutto: il presidente parrocchiale, l’educatore di un gruppo Giovanissimi, nonché membro dell’èquipe e consigliere diocesano per il Settore Giovani.

Non è che avessi particolari doti o meriti: la diocesi di Frascati, di cui faccio parte,  era  – ed è – una realtà molto piccola e basta un poco di disponibilità e spirito di servizio per entrare nel novero dei responsabili.

Ed ecco che entra in ballo la suora. Di  lei ricordo il nome – suor Elena – e poco altro,  se non che  era arrivata da poco in diocesi e la sua congregazione l’aveva mandata a fare servizio in una  parrocchia con i giovanissimi che – a dire il vero – latitavano. Fu allora che ripescò dalla sua memoria, e probabilmente dalla sua esperienza passata,  questa particolare forma di evangelizzazione del Movimento studenti: il simile apostolo del simile, la pastorale d’ambiente, gli studenti annunciatori del Vangelo tra i loro compagni… in men che non si dica chiese al nostro presidente diocesano il permesso di iscriversi al prossimo Convegno nazionale  MSAC, portando con sé alcuni ragazzi in qualità di osservatori e, naturalmente, un responsabile del Settore Giovani per seguire la cosa un po’ più da vicino.

Fu così che, zaino in spalla, io, la suora e tre giovanissimi, ci trovammo a Roma alla Domus Pacis. Lo spettacolo fu incredibile e rovesciò da allora in poi il mio modo di intendere l’evangelizzazione: la sala era gremita di studenti delle scuole superiori che ascoltavano, chiedevano la parola, discutevano con i segretari nazionali – Giovanna Mignogna ed Enrico Pizzi – dimostrando  maturità, concretezza e consapevolezza negli interventi e nelle proposte. Il protagonismo dei giovanissimi che anch’io avevo tanto auspicato in passato,  trovava davanti ai miei occhi una realizzazione concreta, offrendomi un esempio di partecipazione, di impegno e di laicità.  Mi veniva mostrato uno stile per me assolutamente inedito di vivere l’Azione Cattolica, senza tradirne lo spirito di una virgola, anzi, capace di esaltarne le caratteristiche più profonde.

Per me fu una folgorazione perché capii che  quel tipo di proposta poteva essere affascinante, coinvolgente e capace di cambiare la vita anche ad alcuni adolescenti di mia conoscenza, che per i più svariati motivi, non avrebbero mai messo piede in parrocchia.

E così fu: la suora di lì a poco venne trasferita di nuovo ma io, pur mantenendo tutti gli altri impegni associativi, ho messo insieme uno strano, eterogeneo sgangherato, chiassoso, polemico ma incredibilmente entusiasta, gruppo di studenti con il quale ho costituito il primo nucleo del Movimento Studenti della diocesi di Frascati, che già dai primi mesi si è fatto notare per le attività più disparate: la preghiera degli studenti in cattedrale prima di recarsi a scuola,i volantini informativi sugli organi collegiali, la  promozione di convegni scolastici ed extrascolastici con il coinvolgimento dei loro compagni e dei loro insegnanti all’insegna del confronto e del dialogo, la realizzazione di un piccolo foglio di collegamento…

Di lì alla partecipazione ai campi nazionali il passo fu breve e fu l’inizio per me di un’esperienza indimenticabile, che nei mesi a seguire divenne ancora più coinvolgente quando mi fu fatta la proposta di una collaborazione al centro nazionale, in particolare come coordinatore della mitica rivista “P&D Studenti”. Iniziò un periodo denso di impegni, fatica, ma soprattutto di “servizio nella gioia”, impossibile da ripercorrere nel dettaglio, che ho avuto l’opportunità di condividere con persone straordinarie i cui volti, adesso mentre scrivo, si rincorrono e si moltiplicano come in un caleidoscopio:  don Mimmo, Giovanna, Luca, Marta, Carlo, Giandiego, Chiara…solo per citarne alcuni e senza parlare degli amici del Settore Giovani con i quali  poi è continuata  la mia esperienza nazionale, ma questa è un’altra storia.

Il tempo è passato: ora ho 39 anni, sono sposato con Stefania e papà di tre bambini ed insegno Lettere alla Scuola Secondaria di primo grado. Ma c’è qualcosa che sicuramente non è volato via insieme con gli anni: la necessità di continuare a testimoniare il Vangelo  negli ambienti di vita con uno stile di “presenza e dialogo”, la consapevolezza, come recitava il titolo di un convegno nazionale MSAC di essere “tessere di un infinito puzzle” in cui ciascuno, nella sua diversità può dare il suo contributo per la realizzazione del progetto di Dio.

Ed è rimasta la passione educativa che dà senso al mio lavoro, al mio impegno associativo, ma , soprattutto, alla mia esperienza  di genitore: mettere tutto me stesso  per “tirare fuori” dalle persone che mi sono state affidate il bello, il buono e il giusto che Dio ha posto in loro.

Stefano Padoan

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