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25° compleanno del MSAC Trieste!

mercoledì, 19 settembre 2012

Il 23 settembre il MSAC di Trieste compie 25 anni! E’ in programma una grande festa a base di ricordi di msacchini ed ex msacchini, video e foto. Da parte dei circoli di tutta italia, tanti auguri al MSAC di Trieste!

Per chi volesse partecipare alla festa che si terrà domenica, il ritrovo è previsto alle 16.30 all’oratorio di Roiano (Via Moreri 22) per ripercorrere insieme il pezzo di storia del MSAC di Trieste aiutati da qualche ex segretario ed ex msacchino per arrivare fino ai msacchini di oggi, per vedere comeil MSAC è cambiato e come è cresciuto strada facendo.

Dopo il momento di preghiera finale è in programma il classico rebecchin msacchino accompagnati da qualche video e qualche foto che di certo colpiranno per i ricordi che susciteranno..quindi tutti sono invitati a portare qualcosa per cena!

Un anno fa ci lasciava G. Zizola

mercoledì, 12 settembre 2012

Il 14 settembre 2011 moriva a Monaco di Baviera Giancarlo Zizola, ex msacchino. Vogliamo ricordare lui, giornalista e scrittore, pubblicando le sue parole, di tono colloquiale, come se fosse ancora qui a raccontarci  la sua esperienza di cristiano impegnato. Su segnalazione di geggio, citiamo qui la pagina conclusiva del suo ultimo libro, Santità e Potere, nella quale Giancarlo descriveva un sogno….

Nell’ultimo sonno, all’alba di domenica 17 aprile 2005, avevo fatto un sogno. Ero a tavola sull’altopiano di Asiago con don Luigi Sartori e con Joseph Ratzinger, come nei giorni del Congresso dei teologi veneti, quando avevo avuto l’onore di mettergli al collo la croce cimbra del suo anniversario di sacerdozio. Finita la cena mi alzai per sparecchiare. Presi anzitutto il piatto di don Luigi, più anziano. E mentre glielo sgombravo dai resti, vidi Ratzinger rivolgermi un sorriso sfavillante, aperto, ironico e nello stesso tempo ingenuo, quale mai avevo avuto la gioia di cogliere sul suo volto, triste e severo. Voleva forse farmi sapere -presumevo- che aveva capito l’antifona: avrebbe fatto nella Chiesa precisamente quello che io, povero peccatore, l’ultimo fra i cristiani, avevo fatto su quel piatto. E Rideva.

G. Zizola, Santità e Potere, Sperling & Kupfer, p. 594

Alvise, ciao!

lunedì, 6 agosto 2012
Il 6 agosto sono state celebrate le esequie di Alvise Cherubini, delegato nazionale studenti per la GIAC negli anni ‘50, medico, cavaliere nell’ordine al merito della Repubblica e uno degli amici del centenario (qui la sua testimonianza per il sito, intervistato insieme alla moglie Flora nell’agosto 2010). In suo onore, da parte del comitato del centenario smacchino, pubblichiamo qui il commosso ricordo che ci ha inviato Italo De Curtis, già presidente nazionale FUCI e cognato di Alvise.

Il 4 agosto scorso, all’età di 91 anni, ha concluso la vita terrena Alvise Cherubini, esemplare figura di studioso, di professionista, di uomo di fede autentica.
Nella Chiesa, nell’Azione cattolica, nella Società civile Cherubini ha sempre offerto l’immagine di una profonda spiritualità, cioè di una coerenza integrale tra fede e vita che ha segnato ogni momento della sua esistenza, ogni aspetto di una molteplice ricca testimonianza di generosa disponibilità e di riflessione intellettuale. Da giovane fu nella GIAC Delegato centrale studenti e poi, stabilitosi nella sua città natale a Jesi nelle Marche, è stato presidente del circolo locale della FUCI e successivamente del MEIC distinguendosi, ben oltre l’ambito cittadino, per la singolare capacità di ascolto, di dialogo, soprattutto di suscitazione culturale.
Le sue particolari doti umane si sono evidenziate nell’esercizio della professione medica che Alvise Cherubini ha svolto per tanti anni con dedizione, competenza e spirito di sacrificio. Ma la riconoscenza di tanti era e resta innanzi tutto legata a quell’atteggiamento di premurosa e affettuosa vicinanza al malato, al calore umano, alla presenza partecipe che ha rappresentato per tutti i suoi pazienti il dono più prezioso.
Alvise amava intensamente la sua terra, le Marche. Come pochi, riusciva a comunicare l’affresco riposante e suggestivo delle colline marchigiane, dei borghi, della campagna, del mare Adriatico, ma soprattutto lo svolgersi della storia marchigiana specie nell’età medievale che egli indagò a fondo, ricercando le tracce di abbazie, di pievi, ricostruendo l’intreccio tra comunità monastiche e insediamenti abitativi, tra esperienze religiose e dinamiche sociali. Ne sono testimonianza le sue accurate ricerche, svolte con scrupolo rigoroso e con passione, le sue pubblicazioni che ne hanno sottolineato un ruolo rilevante nell’ambito degli studi di storia religiosa e civile della sua regione.
Lascia una famiglia particolarmente numerosa – la moglie, undici figli, ventidue nipoti – si può dire modellata dal suo esempio, da un tratto di marito, di padre, di nonno che ne ha accompagnato e arricchito l’intima coesione di affetti e di vita.
Erano, i suoi stretti congiunti, tutti a salutarlo nei banchi della chiesa parrocchiale Regina della Pace. E durante quel rito per i suoi funerali, officiato dal Vescovo, con tanti sacerdoti concelebranti, con la commossa partecipazione di una folla di amici, si avvertiva la vibrazione e il segno di una esistenza mirabilmente compiuta, espressione di un cristianesimo davvero luminoso.

Italo De Curtis


- L’intervista a Alvise Cherubini in occasione del centenario del MSAC
- Il ricordo di Mons. Gerardo Rocconi, vescovo di Jesi, la diocesi di origine di Alvise e nella quale ha sempre vissuto