Testimonianza di Luca Diotallevi, msacchino di Terni 1973-77
Carissime, carissimi,
Testimonianza di Luca Diotallevi, msacchino di Terni 1973-77
Carissime, carissimi,
Testimonianza di Marcello Vigli, ufficio juniores giac nazionale 1946-1950
Non sono riuscito a scrivere prima dell’incontro di Rimini e mi spiace. Non voglio però mancare all’impegno di contribuire a fare memoria per giovani che oggi vivono la preziosa esperienza della partecipazione ad un movimento laicale, come l’Azione cattolica, profondamente radicato nella Comunità ecclesiale senza pretendere spazi di autonomia protetti da Statuti speciali. Io ho vissuta questa esperienza molti anni fa: prima in una Associazione della Giac inserita in una parrocchia romana, percorrendovi tutte le tappe da aspirante, junior e senior, poi, fra gli anni 1946 e 1950, nella Presidenza diocesana a Roma, nella Consulta per la regione Toscana e nell’Ufficio Juniores della Presidenza centrale della Giac guidata da Carlo Carretto. Erano gli anni in cui si stava integrando l’articolazione per età con quella per categoria. Nello stesso Ufficio, infatti,c’era un responsabile per gli studenti, per i rurali e per gli operai. Furono anni di ricerca e di promozione di una spiritualità, che tenesse conto dell’età – fra i 15 e i 20 anni – e dei condizionamenti ambientali, calata nel vivo dell’impegno in una società attraversata da profondi contrasti. La Comunità ecclesiale era allora coinvolta a promuovere “cultura cattolica” all’insegna dell’anticomunismo a sostegno del partito della Democrazia cristiana.
Questo impegno divenne più evidente nel 1948 quando, in occasione delle elezioni del 18 aprile, l’Azione cattolica tutta fu chiamata a costituire il nerbo dei Comitati civici inventati da Luigi Gedda, d’intesa con Pio XII, per tradurre in voti anticomunisti la capillare presenza dei cattolici sul territorio, assicurata dalla struttura parrocchiale.
In quegli anni ho maturato la convinzione che con il coinvolgimento diretto nelle dinamiche politiche e, peggio, nelle competizioni elettorali, si tradisce il messaggio di Gesù specie se lo si piega a servizio dei potenti invece che degli ultimi.
Il conflitto fra Gedda e Carretto, costretto di fatto a lasciare la Presidenza della Giac proprio per divergenze in merito alle scelte politiche della dirigenza democristiana, e il dimissionamento, per lo stesso motivo, del suo successore Mario Rossi, dopo una breve presidenza, mi hanno confermato in quella convinzione.
Non basta essere dalla parte del papa per essere sulla giusta via. Quella di papa Roncalli non è stata la stessa di papa Pacelli. Il Concilio, trasformando il “gregge”, che ha bisogno di pastori, in Popolo di Dio, nel quale i battezzati sono chiamati ad assumersi la responsabilità di contribuire a “fare Chiesa, anche con scelte autonome ma radicate nella Comunità ecclesiale. A rendere, cioè, l’annuncio del Vangelo, per il quale la Chiesa è stata costituita, comprensibile agli uomini e alle donne impegnati a costruire un altro mondo possibile in questo nostro tempo in cui la storia ha assunto ritmi sempre più accelerati.
Oggi cerco di vivere questa responsabilità nel movimento delle Comunità cristiane di base, che da quarant’anni coltivano attivamente la speranza che la Chiesa, per assolvere alla sua missione, si faccia sempre più “chicco di senape e lievito” rinunciando a confondersi con i poteri forti che pretendono di governare il mondo.
Roma 3 maggio 2010
é morto il 27 aprile Luigi Gui, già ministro dell’Istruzione negli anni della scuola di Barbiana. Fu lui a varare la riforma della “nuova media”. Caro amico del MSAC, nel 2007 fu invitato a partecipare alla Scuola di Formazione per Studenti (SFS) ma per ragioni di salute dovette declinare l’invito. Rispose con una lettera che qui pubblichiamo in ricordo di quest’amicizia e in segno di stima per un grande uomo di Stato. A Luigi Gui, il Movimento Studenti di Azione Cattolica, con gratitudine…
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Gentile Presidente del Movimento Studenti di Azione Cattolica (MSAC),
ho ricevuto con piacere il loro invito a partecipare all’incontro su “La scuola che serve” del 13-14-15 aprile a Chianciano Terme e a recarvi il contributo di un mio intervento. La ringrazio, ma mi scuso di non poter essere presente per i limiti ai miei spostamenti correlati alla mia età .
Non manco tuttavia di esprimere il mio apprezzamento per l’organizzazione del convegno stesso e per lo spirito che lo caratterizza nella presentazione.
Il lavoro preparatorio ed il valore della conclusione dell’elaborazione del testo relativo alla scuola sulla Costituzione nazionale sono indicati con slancio nell’appunto inviatomi. Aprrezzo il richiamo alle finalità del movimento del MSAC stesso.
E giusta trovo la sottolineatura dello spirito, che, pure fra contrasti limitatori, fu alla base della redazione degli articoli 3 e 34 della Costituzione allora elaborati: uno spirito innovatore estremamente coerente con lo spirito generale prevalso allora, dopo la liberazione dal fascismo, nella stesura del testo fondamentale della nostra convivenza democratica. Testo al quale nei suoi vari articoli potei dare anch’io la mia colaborazione appunto in sede costituente.
Certo si dovette poi passare alla traduzione in termini legislativi e all’applicazione politica di quel testo.
Confermo che per l’elaborazione e poi l’approvazione in parlamento dei testi applicativi della riforma costituente dell’ordinamento scolastico e universitario il travaglio fu spesso duro e contrastato.
L’essere stato per sei anni ministro della P.I. (dal 1962 al 1968) fu poi per me un duro impegno. Ricordo in particolare la realizzazione della riforma della scuola media e le resistenze incontrate contro la riforma delle medie superiori e dell’università pure questa elaborata in commissione, ma non pervenuta all’esame totale in aula.
In parte lo spirito innovatore che prevalse sulla redazione del testo costituzionale – e non solo per gli articoli 3 e 34 – dovette poi misurarsi a fatica con lo slancio riformatore attenuato rispetto a quello del periodo della costituente.
Condivido l’opportunità del richiamo all’esempio dell’opera di Lorenzo Milani: anche per la sua convalida dello slancio riformatore.
Aggiungo che l’impegno della riforma della pubblica istruzione ebbe alimento pure dal contatto crescente con gli ordinamenti delle nazioni europee progressivamente impegnate come la nostra nel processo relativo.
Ammiro lo slancio che il MSAC dimostra per la formazione aggiornata degli studenti coerente con l’ispirazione umana e cristiana ed auguro successo all’opera della stessa in ispecie al convegno di Chianciano.
Cordiali saluti a tutti
Luigi Gui
Padova, 4 aprile 2007