Testimonianza di Alessandro Piro, del MSAC di Cefalù, incaricato regionale MSAC sicilia 2005-2008
IL MOVIMENTO E’ UN PADRE
Chi l’avrebbe mai detto che da quel gruppo di scalmanati che parteciparono al primo CIM sarebbe nato il circolo MSAC della diocesi di Cefalù?
Partimmo verso Cucullaro Terme senza avere assolutamente idea di cosa si trattasse, con la sola voglia di divertirsi un po’ e per conoscere nuova gente. A dire il vero neanche il nostro accompagnatore aveva idea di cosa fosse. Era il vice giovani e poco dopo avrei scoperto essere un folle, ma la follia, si sa, premia e da quel campo in diocesi nacque il nucleo di un circolo destinato a fare storia.
Passata la prima fase di studio della storia e del regolamento del MSAC, costituimmo un gruppo che avrebbe lavorato “clandestinamente” fino all’ufficializzazione dell’assemblea e di quel gruppo ebbi l’onore di essere il primo segretario. Passato velocemente da ex accierrino in cerca di identità a responsabile del movimento, mi sono trovato spaesato, ma a poco a poco cominciammo tutti a rimboccarci le maniche ed è arrivato il primo Oktober Fest, poi l’Europen Day e il Peace Day che con la partecipazione di centinaia di persone da tutto il comprensorio decretavano l’inizio di una lunga serie di iniziative che mi avrebbero cambiato la vita.
IL MOVIMENTO è UN LIBRO DI STORIA
Ragazzino al terzo anni di liceo scientifico ho superato le mie timidezze e le mie paure, affrontando i ragazzi di quinto e tentando di convincerli a partecipare al nostro cineforum, nonostante la loro diffidenza pregiudiziale. Ho imparato a parlare davanti a tanta gente. Ho imparato a pregare. Poi ho imparato a compilare una richiesta formale, a comprendere un testo di legge, a conoscere gli eroi che hanno fatto la storia di AC e anche della nostra Repubblica, a incontrare gli eroi dei nostri giorni, magistrati, attivisti, pacifisti che hanno formato noi dell’equipe e tutti gli studenti che abbiamo via via coinvolto. Il mondo oltre le pareti di un’aula scolastica era immenso e tutto da scoprire. Ed eravamo solo all’inizio.
IL MOVIMENTO è UN APPRENDISTATO
Poi è arrivata la collaborazione in centro nazionale, nei mesi estivi in preparazione a Loreto 2004, e quindi l’incarico per la Sicilia Occidentale e l’ingresso in equipe nazionale e così cominciai a confrontarmi con realtà diverse dalla mia, ad avere a che fare con persone splendide ai quali devo veramente tanto. Le equipe nazionali restano momenti indimenticabili, per la mole di lavoro che ci aspettava, per i momenti di confronto personali, di intensa preghiera e anche di relax. Situazioni che forse erano troppo più grandi di me e per cui non penso di essere mai stato veramente all’altezza.
IL MOVIMENTO è UN AMICO
Col MSAC mi si è aperto un mondo di fronte, un mondo grande, fatto di amici, di gente che va e viene, di ragazzi che uscivano dal guscio della loro timidezza, di gente che cercava il proprio momento di gloria, di chi esprimeva l’enorme potenziale che aveva dentro e non aveva mai avuto occasione di farlo prima, di chi cercava uno stimolo per fare quel passo in più e per superficialità o distrazione non siamo riusciti a capire. Col movimento la scuola diventa tutta un’altra avventura, ti rendi conto delle immense possibilità di crescita, delle opportunità che ti offre per vivere la scuola. Quelle spesse mura bianche diventano la tua seconda casa, ti ritrovi dall’odiarle sperando che le 5 ore finiscano subito al passare interi pomeriggi li dentro per un cineforum o qualsiasi altra attività. Il giorno in cui ho scoperto la possibilità della partecipazione studentesca, di diventare protagonisti degli spazi della scuola, mi sono chiesto come avessi fatto a vivere 3 anni lì dentro senza sfruttare questa enorme possibilità, la strana sensazione di rabbia e angoscia insieme, si trasformò in desiderio di fare e di recuperare tutto il tempo perduto in precedenza e di comunicare a tutti quelli la possibilità di essere protagonisti. Devo dire spesso con scarsi risultati. Ma la predisposizione al protagonismo è per pochi. Anche per questo il movimento, i singoli studenti che hanno fatto movimento, sono persone decisamente fuori dal comune.
IL MOVIMENTO è UN MAESTRO DI VITA
E così, il fermento verso la partecipazione, verso il senso di collettività, alla fine dell’esperienza nel movimento, si è trasferita parimenti nel mio impegno sociale, politico nel senso nobile del termine, a capire il sacrificio di chi ha speso la vita per gli altri, per amore verso il prossimo, anche verso chi non se lo meritava e non se lo meriterà mai, a volte anche verso chi nemmeno si conosce. Il sacrificio degli eroi del nostro paese lo sento soprattutto come un debito mio personale, me ne faccio carico in prima persona, non posso, non devo e non voglio ignorarlo. Tutto ciò che ho fatto e che continuo a fare nel mio piccolo, tutto ciò che sono diventato, lo devo al movimento. La vita la vedo per me è una missione, un progetto ben chiaro, con obiettivi precisi, il sego tangibile di ciò che Dio ha in serbo per me e ogni giorno è tempo da investire nel raggiungimento degli stessi. Se non avessi partecipato per sbaglio a quel CIM di tanti anni fa, oggi potrei essere un anonimo individuo uguale a tutti gli altri, sfiduciato, senza speranza, preoccupato solo di portare a termine il proprio compitino badando a non fare troppo rumore, cioè uno che, citando Pavese, vive per caso e quindi non vive. Per cui mi sento di dire, senza ipocrisie, che devo la mia vita al MSAC. Ed io, chi mi conosce lo sa, della mia vita sono follemente innamorato.
IL MOVIMENTO è UN BLUES
Il movimento è un blues che suona pizzicando le corde di una chitarra dagli acuti taglienti e dai bassi profondi e caldi, che in un riff comunica più di quanto riescano a fare mille parole. E’ un blues che manda in trans chi lo suona e stimola in chi lo ascolta una lacrima gravida di tanti bei ricordi. E’ il pezzo più bello mai suonato nella storia della musica, le corde vibrano esattamente le stesse note che abbiamo dentro e che risuonano forti e inarrestabili. Il movimento è un blues e so che in questo momento, caro msacchino, riesci a capirmi. Se adesso chiudi gli occhi la stai sentendo, chiara e potente, è esattamente la stessa musica che in questo momento sento anch’io. La sento dentro. La senti anche tu. Forte. Fortissimo.
Se vuoi balla pure. Non preoccuparti. E’ MOVIMENTO puro.