Testimonianza di mons. Antonio Cecconi, MSAC Pisa anni ‘60
Ricordi sparsi sul Movimento Studenti
Erano i tempi della V Ginnasio al “Galilei” di Pisa, sezione B, insegnante di lettere – Dio l’abbia in gloria! – che quasi riempiva la vita degli alunni di greco latino italiano ecc. ecc. Non dico turbasse i nostri sonni, ma poco ci mancava. Andavo con regolarità in parrocchia, con un parroco zelante, le suore e tutto quello che poteva esserci in un piccolo paese di campagna, con una visione di chiesa che non si allargava molto oltre l’ombra del campanile. Il Movimento Studenti, prima al Ginnasio e poi al Liceo, fu per me un’occasione di riflettere sulla fede, di impegnarmi e di allargare le vedute, un modo più ampio e nuovo di considerare la chiesa e la vita di fede, di conoscere persone nuove, interessanti, più grandi di me e impegnate nel Movimento e non solo: Tutto questo aiutava a crescere… anche grazie all’incontro e alla frequentazione del prete con cui poi avrei maturato la mia vocazione.
Era anche un modo di esporsi, ricordo che una mattina facevo il volantinaggio all’ingresso della scuola per un’iniziativa del Movimento e subito dopo, appena entrato in classe, la prof –avevo dato anche a lei il volantino – mi interrogò a greco. Quasi una sfida, un tentativo di punizione che però, se fosse andato bene, sarebbe stato un punto a mio favore, mostrare che studiare era compatibile con una cosa “altra” dalla scuola; e me la cavai.
L’anno dopo, al Liceo, un professore che faceva professione di agnosticismo ci disse che la parola latina religio si poteva anche tradurre superstizione. Non riuscii a trattenermi dall’alzare la mano e dire che non ero d’accordo, io andavo in chiesa ma non ero e non mi sentivo superstizioso, chiedevo rispetto per le mie convinzioni.
Ricordo la prima volta che partecipai a un convegno nazionale alla Domus Pacis, mi pare fosse il ’67. Partimmo da Pisa col treno io e Claudio Masini, amico di una vita anche nel ministero sacerdotale; al di là del contenuto delle relazioni che ascoltavamo prendendo diligentemente appunti, fu un’esperienza entusiasmante stare insieme con tanti giovani, sia per i lavori del convegno che per una serata in piazza Navona dove facemmo un grande girotondo. Anche questo serviva a crescere, a legarsi alle persone e a un progetto di chiesa. Da uno dei convegni a cui partecipai, tornai a casa con un librone alto così: conteneva tutti i documenti del Vaticano II editi dall’AVE. Magari non ce ne accorgevamo, ma eravamo davvero parte di una chiesa in cammino.
A un certo punto, durante il Liceo, mi fu chiesto di occuparmi, sempre nell’ambito dell’AC diocesana, del movimento Aspiranti (che stava per diventare l’ACR). Però grazie ai quotidiani contatti scolastici continuavo a tenere i contatti e a fare qual che potevo anche col Mov. Studenti.
Erano gli anni della contestazione, della richiesta di libertà di assemblea nelle scuole. L’università di Pisa era all’avanguardia e il fervore si propagava sugli studenti delle medie superiori. Nei momenti caldi del ‘68/69, alcuni di noi tentarono di essere la “componente cattolica” di un moto che poi diventò scomposto e anche assai peggio. Nonostante molte tristi derive, io conservo vivo il ricordo, condiviso con molti compagni di scuola e amici di passioni civili, di un anelito di giustizia, pace e solidarietà. Non a senso unico, tant’è che riuscimmo a organizzare una bella manifestazione di solidarietà con la Cecoslovacchia invasa da carri armati sovietici.
A tanti anni di distanza, la memoria di quei giorni non è solo nostalgia, ma anche umile convinzione che le nostre vite sono state guidate e protette per continuare a crescere nella fedeltà al Vangelo e alla storia, attraverso la testimonianza e il servizio concreto alle persone, dentro e fuori i confini della chiesa visibile.
Don Antonio Cecconi – Vicario generale di Pisa e parroco di Calci
Bravo don Antonio,con le tue parole mi hai rievocato il vivere di quegli anni lontani.Tu sei stato sempre forte e determinato.complimenti per il tuo impegno pastorale.