Testimonianza di Piero Lauriola, segretario nazionale MSAC dal 1980 all’83.
Essere nel Msac negli anni 70 ed 80 è stato per me un grande dono ed una grande avventura. Ho stretto rapporti e amicizie che durano tuttora. Il ricordo vivo delle persone che ho incontrato e conosciuto, delle esperienze vissute mi ha finora accompagnato e non mi lascerà. Erano gli anni del post Concilio nella Chiesa e nella società italiana. Un periodo bello ma difficile perché la tensione verso l’impegno ed il rinnovamento era viva ma si avvertiva la fatica perché non tutte le aspettative sorte anni prima sembravano potersi realizzare ed alcune promesse del 68 si stavano rivelando illusorie. E mentre molti cercavano di cambiare e rendere migliore la società, qualcuno pianificava e praticava la violenza, l’omicidio e le stragi come strumento di lotta “politica”. Le conseguenze tragiche di quelle teorie e prassi di morte furono pagate da tutta la comunità civile e soprattutto dalle tante vittime delle azioni terroristiche.
Per la Chiesa italiana era la feconda stagione di evangelizzazione e promozione umana ed averla vissuta nel Movimento studenti e nell’Azione cattolica è stata una grande opportunità. Ha permesso a tanti giovani di quegli anni di fare esperienza in modo pieno dell’inscindibile legame tra l’annuncio di Cristo e la promozione del bene della persona e della società che è parte dell’annuncio stesso. Sperimentavamo che annunciare il Vangelo esige l’impegno per la giustizia, lo sviluppo e la promozione di ogni uomo, di tutti gli uomini, della società. E la promozione e lo sviluppo della persona sono autentici solo se integrali, cioè per tutto l’uomo in ogni sua dimensione, compresa quella spirituale e di fede.
L’esperienza ed il cammino nel Msac mi ha consentito di fare sogni e progetti: un cielo azzurro e limpido sopra di me a cui poter volgere lo sguardo in qualsiasi momento. Non avevamo paura di coltivare i sogni, di farne la trama di progetti di vita personali che componendosi tra loro sono diventati anche progetti comuni. E chi teneva e tiene insieme sogni, ideali e progetti è Gesù di Nazareth, il Signore.
Credo che i giovani di oggi come quelli degli anni 70 e 80 abbiano il diritto di non rinunciare ai propri sogni, alla propria voglia di futuro, di vivere con e per i propri ideali. In un mondo che vive ripiegato, che teme il futuro e lo immagina come proiezione negativa di un presente che non soddisfa, gli studenti del Msac sappiano seminare e condividere la speranza nel futuro e aiutare a non aver paura degli ideali e della felicità che il Signore ci ha donato e che dobbiamo solo accogliere e gustare. Come il cielo azzurro e limpido sopra di noi.