Caro movimento

Testimonianza di Pierluigi Vito – Direttore P&D Studenti e di Graffiti

Caro Movimento,

scusa se, nonostante la tua veneranda età, mi permetto di darti del tu. Ma in fondo ci conosciamo da più di vent’anni: pensa, il Muro di Berlino era ancora in piedi, Nelson Mandela sempre in prigione; Totò Schillaci doveva ancora esordire in azzurro, mentre il governo nazionale passava da De Mita ad Andreotti; la Lambada contendeva la vetta della hit parade alla Batdance di Prince e locuzioni come www, sms e mp3 sarebbero state probabilmente ricondotte a qualche stele ostrogota persa nei secoli

E mentre il mondo cambiava, anche noi cambiavamo.

Tu, avanzando col passo saggio e meditato della storia, quel passo che ti ha condotto attraverso i Gruppi di Istituto alle quattro stanze formative; da W il Movimento a Facciamo Movimento; da Presenza & Dialogo a Graffiti.

Io, invece, divorando con lo sguardo curioso dell’adolescenza le emozioni che sapevi offririmi: la sapienza degli incontri formativi presso la sede diocesana nella Sala Bachelet; l’emozione degli appuntamenti nazionali, tra Domus Pacis, Mariae e le varie sedi dei campi nazionali; il sapore eterno dei momenti di preghiera celebrati in comune.

E di tutto questo cosa resta?

A me tantissimo. Restano quei pilastri che mi hanno consentito di costuire il me stesso di oggi. Su quelle ricche esperienze condivise insieme sento che poggia il mio oggi di cristiano, di cittadino, di marito, di padre, di giornalista. Eh già, perché in fondo anche nella mia vita professionale nutro un grande debito verso di te. Non è forse su Presenza & Dialogo che ho cominciato a scribacchiare? È lì che ho cominciato a confrontarmi con la serietà della passione per le parole, scelte una a una per poter comunicare qualcosa di me e qualcosa del nostro essere famiglia di AC a Michele a Padova o a Cecilia a Sassari; a Massimo a Torino o a Roberta a Salerno; a Stefano a Frascati o a Manuela a Reggio Calabria.

Questo ancora mi resta: le facce, le parole, le storie che si sono incrociate in questi venti anni e passa. Quelle di Andrea, Marco Valerio, Stefano, Francesco, Alessandro, Antonio, Marianna, Paola, don Mariano; Vania, Vito, Giovanna, Enrico, Maria Teresa, Michele, Elena, donAttilio, don Mimmo; Giandiego, Chiara, don Lucio, Simone, Mariacarmela, don Francesco, Nisia, Saretta e tutti gli altri che mi si affollano nel cuore.

Guardando a tutto il tempo trascorso mi rendo conto che mi ha insegnato ad amare la mia fede, custodire la mia speranza, spendere la mia carità; a vivere con gioiosa partecipazione in ogni ambiente quotidiano; a capire che cuore, mente e spirito muovono insieme i passi sulla strada verso il Regno.

E io ti ho lasciato qualcosa? Chissà. Se non altro queste righe. E una parola: grazie.

I Commenti sono chiusi