Un movimento in bicicletta… e ad alta velocità

Testimonianza di Gianni Saonara, msacchino di padova e presidente diocesano

Qualche sera fa ho rivisto una delle partecipanti ad una lontana gita in bicicletta del MSAC. Forse gita è una definizione impegnativa. In realtà si andava da Padova ai Colli Euganei, probabilmente per qualche incontro di formazione e spiritualità. I ricordi potrebbero fermarsi qui, in un indefinito tempo di fine anni ’70, era certo di maggio…e i pensieri, in Italia e anche nella nostra città, non erano solo leggeri, anzi.

Tuttavia il flash back si sofferma su un particolare: ovvero la persona che ho rivisto si attardava, e molto, in coda al gruppo. E, da bravo segretario aggiunto, io tornavo una, due, tre volte a cercarla, con zelo giovanile e impazienza per l’orario concordato, il programma da rispettare, forse l’assistente impensierito, altri che sbuffavano, o correvano sin troppo, pensando già al ritorno….

Si attardava, ma non era sola: erano in due, a volte in tre, e parlavano così fitto da dimenticare i pedali e, forse, anche la meta, gli orari, il gruppo…mi sembrava, allora, uno stile piuttosto personalizzato di intendere le cose. Ma, poi, la storia sarebbe andata diversamente. Le due amiche hanno avuto esiti davvero diversi, e per una di loro il male è arrivato molto presto, non invitato e non evitabile.

Chissà se quel giorno…è un gomitolo di pensieri che si snoda : l’AC è sempre storia di incontri, persone, volti, relazioni. Ma anche esperienza di velocità diverse, sensibilità differenziate, cammini non  ben sintonizzati, spazi discordanti, intenzioni che si incrociano appena, percorsi che si sfiorano…altri soggetti ecclesiali hanno volutamente ritmi quadrati, esitazioni zero (forse), volontà definite.

La nostra associazione ha altri profili. Ricordo certo, proprio in quegli anni, anche cocciute riscritture di regolamenti …ma il cuore era altrove : nella dignità e originalità di ogni persona, nella sua impossibile omologazione, nella libertà di impegno e disponibilità, a gradi diversi certo e con talenti che si dispiegavano comprensibili solo in parte agli occhi anche delle comunità.

Ci sono tanti libri che spiegano quegli anni complessi e ad essi rinvio volentieri : per molte ragioni, pur essendo stato poi – dal 1986 al 1995 – presidente diocesano di una grande AC ( ma i meriti erano tutti in chi aveva costruito nei decenni precedenti…) , non voglio qui tracciare alcuna mappa delle grandi categorie interpretative : laicità e  laicato, ecclesialità e pastoralità,  radicamento territoriale e presenza discreta negli ambienti (come la scuola, di quegli anni…),  fatiche a reinterpretarsi in quanto associazione “storica” rispetto ai nascenti movimenti (fatiche che a Padova si udivano meno che altrove, ma bastava qualche incontro regionale e nazionale per porsi tante domande…) . No: mi limito a ricordare un’episodio,  una gita lontana.

Le diverse velocità oggi mi sembrano rivelare uno stile: fatto di attese, rispetto, mitezza. So bene che quelle esitazioni, quei ritardi erano legati all’amicizia che faceva attardare…e penso di aver detto, quella mattina, e anche in tanti altri momenti che le esitazioni mettevano in difficoltà il movimento…anzi il Movimento.

Ma mi sbagliavo : il Movimento era anche questo. Uno spazio paziente, fatto di intese forti ma anche percorsi leggeri, disponibilità ampie ma anche qualche giro di chitarra, e poco più…eppure donato, lì e allora, e per tutti.

Quando oggi sfioro il Msaccario che porta a casa mio figlio – ovvero la raccolta  degli indirizzi e delle connessioni mobili dei ragazzi e delle ragazze del MSAC di Padova – ritrovo le scuole, qualche cognome noto, qualche filo (non file) di memoria, qualche simbolo non tramontato. Ma, soprattutto, la lista e le firme degli educatori. E dell’assistente. E l’indicazione della sede. Da dove, come sempre, si arriva e si riparte, nella quotidianità della Gaudium et Spes che ci indicava sempre il nostro Don “ Le gioie e le speranze , le tristezze e le angosce degli uomini d’oggi, dei poveri soprattutto…sono pure le gioie e le speranze dei discepoli di Cristo, e nulla vi è di genuinamente umano che non trovi eco nel loro cuore”.

Anche in fondo alla fila…ancor prima della salita.

Appunto.

Un Commento a “Un movimento in bicicletta… e ad alta velocità”

  1. Mauro Marini scrive:

    Un po’ tardi, ma finalmente arrivo a leggere queste riflessioni…
    Grande Gianni ! Concordo in pieno. Il Movimento era anche profonda amicizia e rispetto dei ritmi e tempi e, perchè no, della cultura di ciascuno. Un movimento pieno di civiltà e tolleranza dove tutti potevano avere un posto ed un compito… e dove tutto era fatto con gratuità… dove non esistevano le pressioni tipiche dei tempi attuali… e di queste cose oggi avremmo mooooolto bisogno.