Testimonianza di Michele Lagrasta – Incaricato Regionale Msac negli anni ‘90
Il ricordo che serbo del MSAC è quello dell’ ”I care!” e del “Non siamo bottiglie da riempire ma candele da accendere.”. E’ ancora nitida in me l’immagine di un manifesto con questo secondo slogan nella sala incontri del mio primo campo scuola nazionale (estate 1992, Castel di Tora). Segretari nazionali erano Giovanna Mignogna ed Enrico Pizzi. A quel campo scuola ho conosciuto tanti ragazzi e ragazze con i quali avrei condiviso in seguito una straordinaria avventura.
E’ inziata proprio nel ’92 la mia esperienza msacchina. La presidenza diocesana dell’ACI della diocesi di Molfetta-Ruvo-Giovinazzo-Terlizzi decise di ricostituire il MSAC dopo un triennio di vacatio.
Eravamo in sei o sette all’assemblea diocesana come delegati parrocchiali per il MSAC. Assistente diocesano don Mimmo Amato. Di lì a qualche mese io diventai segretario diocesano insieme alla carissima Grazia Campanale e don Mimmo Assistente Nazionale. Alla successiva Assemblea regionale fui nominato coordinatore del MSAC nella regione Puglia e, in quanto tale, membro della Consulta Nazionale. Furono nominati segretari nazionali Giandiego Carastro e Chiara Sancin…. Che anni quelli!
Durante la mia segreteria diocesana e l’incarico regionale mi ero proposto un obiettivo: contaminare dell’entusiasmo che provavo nel vivere quest’esperienza quanti più giovanissimi possibili. Volevo riuscire a costituire almeno un gruppo MSAC in ogni città della mia diocesi (fino ad allora era presente solo a Molfetta) ed in ogni diocesi della Puglia. Il mio atlante porta ancora i segni di un Risiko che si era scatenato. In giallo evidenziate le diocesi dove il MSAC era già presente, in rosa quelle alle quali bisognava “sferrare l’attacco”. Iniziammo con Grazia Campanale e col mio prof di religione, Michele Pappagallo (adesso presidente diocesano) questa avventura in diocesi. Agli incontri del gruppo MSAC di Terlizzi partecipava un giovanissimo dall’intelligenza vivida, molto simpatico e dai modi davvero gentili: Nico Tempesta… il suo destino era ormai segnato!
In regione ricordo l’affanno da parte mia, appena diciottenne, timido e nemmeno patentato nel cercare di contattare i presidenti e i vicepresidenti del settore giovani per “convincerli” a intraprendere nelle loro diocesi l’esperienza del MSAC… da Taranto a Foggia, da Oria ad Altamura…
Poi gli studi universitari, le fatiche ad essi legate e qualche piccolo insuccesso; l’attivismo politico cittadino e la partecipazione alle campagne elettorali cittadine; queste vicissitudini e altre distrazioni mi hanno pian piano portato all’abbandono di un’esperienza davvero eccezionale.
Cosa ho dato io al MSAC non saprei, né spetta a me, dirlo… ma moltissimo ha dato il MSAC a me. E non è falsa retorica.
Il MSAC mi ha dato la possibilità di partecipare per quattro indimenticabili anni a esperienze nazionali (e internazionali, come il raduno dei giovani di Loreto nel settembre 1995) la cui capacità di arricchimento è indescrivibile. Ma il MSAC mi ha dato soprattutto l’autostima, mi ha accompagnato nel passaggio da adolescente a uomo… saltando piè pari i dubbi delle fasi intermedie. Da giovanissimo timido, insicuro e introverso, comunque spensierato come tutti i sedicenni… a giovane impegnato, capace di affrontare chiunque in un dialogo senza timori, capace di presentare agli altri la propria esperienza di cristiano… anche nell’ostico mondo della scuola e la propria esperienza di msacchino anche nell’ostico mondo della sacrestia. Perché non sempre è stato facile presentare il MSAC agli altri giovanissimi di AC! Ma il MSAC mi ha dato il coraggio delle idee.
Io conservo vivo nel mio cuore quell’”I care!”. Quel “Mi interessa!” è il filo conduttore del mio essere uomo, cittadino e professionista.
Sono ingegnere, ho scelto di andare a lavorare al Nord per non scendere a compromessi con i locali “Signori della professione”. Ora son tornato nella mia amata Molfetta e mi occupo di Sicurezza sul Lavoro… ed è sempre la stessa passione ad animare un msacchino! Evangelizzare la scuola… è diventato per me contribuire a rendere sicuro il luogo di lavoro. E come non era facile parlare del MSAC a studenti, professori e a giovanissimi di AC, così non è facile farsi ascoltare seriamente dai lavoratori, dai Datori di lavoro e dai colleghi professionisti quando si parla di sicurezza sul lavoro. Ma non per questo mi scoraggio!
Allora… abbiate coraggio ragazzi!