Testimonianza di Raffaele Cananzi – Presidente nazionale di AC
La circostanza dei cento anni di vita del MSAC merita una particolare attenzione da parte di tutta la famiglia associativa dell’Azione Cattolica Italiana. Il Movimento, infatti, è parte viva e vitale dell’intera Associazione ed ha sempre avuto una funzione essenziale nel complessivo apostolato e nella missione religiosa e sociale che l’Azione Cattolica ha svolto in Italia nei suoi centoquaranta e più anni di storia.
Conclusa la vicenda, di storica rilevanza per il Movimento Cattolico in Italia, dell’Opera dei Congressi , con il Pontificato di Pio X si dette nuova forma statutaria e organizzativa all’Azione Cattolica sottolineando la dimensione missionaria dell’Associazione nella vicenda italiana e prestando particolare attenzione alle varie realtà sociali che il nuovo secolo XX imponeva alla nazione italiana . Il Paese sperimentava le prime più ampie forme di industrializzazione ma la dimensione contadina e rurale era ancora certamente preponderante. Il tasso di alfabetizzazione era ancora molto basso e personalità del mondo culturale e politico spingevano naturalmente per dare un buon impulso alla scuola pubblica nel nostro Paese. Si sentiva l’esigenza di una riforma scolastica che rispondesse a principi innovatori che si affacciavano con il nuovo secolo ma la scuola continuava ad essere regolata dalla legge Casati del 1859 anche per una sorta di naturale resistenza al cambiamento del corpo insegnante e, comunque, per la difficoltà politica, nella grande contrapposizione ideologica, di provvedere ad una organica riforma scolastica . A questa si provvederà soltanto con la legge del ministro Gentile nel 1923, quando da oltre un decennio gli studenti della Gioventù Italiana di Azione Cattolica e della ormai costituita Gioventù Femminile sono già parte viva della comunità scolastica. Nel corso del XX secolo questa presenza non avrà un andamento uniforme né dal punto di vista quantitativo né da quello qualitativo. I numeri degli studenti impegnati in senso cristiano varieranno nel tempo a causa di molteplici circostanze; anche la qualità della presenza avrà modificazioni non solo con riguardo ai profili formativi dei ragazzi ma anche alle possibilità oggettivamente consentite, secondo le varie situazioni ordinamentali e politiche, per lo svolgimento pubblico di forme di missionarietà cristiana. Non bisogna dimenticare che il Fascismo imponeva alla scuola una funzione che, accanto alla trasmissione della cultura, fosse di forte indottrinamento e di propaganda del regime, come peraltro accade in tutti i regimi totalitari.Peraltro volendo imprimere una forma educativa di regime, il Fascismo sotto il profilo sia della libertà dell’insegnamento sia della possibilità di interazione con altri contenuti educativi poneva seri ostacoli. Con il ritorno alla democrazia la libertà d’insegnamento e il pluralismo culturale hanno consentito una più incisiva presenza degli studenti cattolici nella vita scolastica, non solo nel senso di essere parte attiva nella comunità educante ma anche di avere più adeguati spazi per poter esprimere annunci e testimonianze di vissuto cristiano. In questi decenni che hanno segnato la metà del XX e l’inizio del XXI secolo non solo il mondo di bambini,ragazzi e giovani è stato universalmente inglobato nella vicenda scolastica in quanto il principio dell’obbligo scolastico ne ha imposto la presenza a scuola ( anche se l’obbligo non viene sempre rispettato e alto è ancora il numero degli abbandoni scolastici), ma gli ordinamenti scolastici sono mutati circa le forme didattiche e i contenuti di programma e i mutamenti hanno spesso avuto variazioni ed integrazioni cosicchè solo poche volte se n’è consentita una reale sperimentazione. In questo convulso contesto ordinamentale occorre tener conto di altre due essenziali elementi che hanno inciso sulla vita scolastica. Il primo, riflesso di quello più generale verificatosi nel mondo europeo,costituito da un processo di secolarizzazione, talvolta con espressioni di secolarismo, che ancora è in atto in ambiti anche universitari e scolastici. Il secondo portato dal grande fenomeno migratorio con un pluralismo non più soltanto culturale ma anche etnico e religioso nella vita della comunità scolastica. E’ evidente che il compito educativo della scuola , in questo contesto assai più complesso, è diventato particolarmente difficile e non è stato certamente agevolato dalla mancata considerazione dell’importanza decisiva del corpo docente, non opportunamente valutato anche dal punto di vista economico, e dalla sempre meno incisiva funzione educante della famiglia che non ha accompagnato il poco che su questo versante è riuscito a fare la scuola. Da qui la grande questione sulla quale giustamente il Papa e la Chiesa italiana richiamano l’attenzione del mondo e dell’Italia: l’emergenza educativa che diventa una vera e propria sfida per questo XXI secolo, sfida che coinvolge la Chiesa, la scuola e la famiglia. L’Azione Cattolica Italiana, con la sua storica funzione educativa delle coscienze in senso umano e cristiano, è su questa sfida particolarmente interpellata. E, del pari, peculiarmente interpellato il Movimento Studenti di Azione Cattolica che può mettere a fuoco le sue storiche esperienze per un tempo così complesso ma anche così aperto a possibili incisive azioni di cambiamento morale e spirituale.
Con riferimento alla grande rilevanza che l’istituzione scuola assume oggi rispetto all’emergenza educativa, l’Azione Cattolica nazionale e locale deve porsi l’obiettivo di avere un gruppo di Movimento Studenti in ogni diocesi che costituisca il motore per la costituzione di altri gruppi in tutti, o almeno nei più importanti, istituti della diocesi stessa.
Il primo impegno del Movimento, in stretta aderenza alla vita del Settore Giovani ,è quello di una formazione cristiana dello studente, nel senso di renderlo ogni anno più maturo nella personale coerenza fra fede e vita e nella gioia del servizio missionario nell’ambito scolastico e del tempo libero. Questo itinerario formativo: muove dalla conoscenza della verità cristiana ; assume e interiorizza questa verità attraverso la meditazione della Parola; reclama l’esercizio della preghiera che si fa dialogo con il Signore Gesù; chiede di essere sostenuto attraverso i Sacramenti. Parola, preghiera e Sacramenti sono nella quotidianità incarnate nel vissuto che così diventa naturalmente cristiano, senza nessuna arroganza e superfetazione, offrendo il segnale importante che la vita cristiana è possibile, con impegno e anche con sacrificio ma non necessariamente con particolare eroismo. L’ itinerario formativo va adeguato alle necessità di questo tempo sotto il profilo del linguaggio e sotto quello dei contenuti, tenendo presente che ogni tempo della storia degli uomini presenta problematiche antropologiche differenti. Credo si debba pure tener conto che gli studenti di A.C. nella scuola debbano portare lo stile collaudato dell’Associazione, uno stile di annuncio e di evangelizzazione che si ispiri sempre alle figure evangeliche del “sale”,del “lievito”, “della luce”, che, nel secondo annuncio, faccia tesoro della metodologia di Gesù con i discepoli di Emmaus, che utilizzi il dialogo, non un malinteso dialogo, per cercare tutte le più idonee forme mediative secondo l’insegnamento dell’apostolo Paolo che riusciva ad esprimere la sintesi cristiana rispetto a culture di matrice ebraica, greca e romana. Uno stile che sia propositivo da parte di chi sente non tanto di possedere la verità ma di essere posseduto dalla verità ; uno stile, dunque, che riprenda -anche in questa contigenza di arroganza, volgarità, sopruso e, non raramente, disonestà intellettuale- la magnifica endiadi petrina “ con dolcezza e rispetto” che di per sé può già essere una chiara quanto per oggi inusuale ragione di convincimento.
Il gruppo del MSAC e i singoli studenti del Movimento hanno il compito di rendersi, nell’ambito scolastico e negli ambienti frequentati dai loro compagni , persone umanamente credibili che abbiano il senso dello studio, che partecipino attivamente alle iniziative comunitarie e, anzi, ne promuovano alcune, che con la loro presenza aiutino la crescita di autentiche amicizie nella lealtà e nella solidarietà, che siano capaci di ascolto e di dialogo, che vivano con sentimenti di gioia serena e spargano semi di speranza pur avendo consapevolezza delle crisi del momento e delle difficoltà di affrontare il futuro. Una bella, profonda, intelligente opera di umanizzazione, con concreti segni di fraternità soprattutto verso i più deboli gli emarginati gli immigrati, apre al gruppo MSAC la strada di un primo annuncio che dica il perché della gioia e dia ragione della speranza.
Nella scuola, come in genere nel mondo studentesco, l’annuncio da parte del Christifidelis studente laico avviene soprattutto con la testimonianza della vita. Per questo nostro tempo vale il monito di Paolo VI circa la necessità, più che di maestri, di testimoni; il monito vale in modo peculiare per il mondo della cultura e degli studi dove il convincimento dialogico-dialettico può trovare la via di ingresso proprio attraverso un vissuto che splenda per coerenza ed oggettiva credibilità. Ciò non toglie che quando si presenti l’occasione – l’ora di insegnamento della religione cattolica dovrebbe essere l’occasione periodica purchè non diventi abitudinaria e, in qualche modo, arrogante- non debba mancare l’annuncio esplicito della propria fede in Gesù Cristo e nel Vangelo secondo l’insegnamento e la tradizione della Chiesa cattolica con l’esercizio, nella luce di questo insegnamento, di una coscienza retta per le concrete personali determinazioni.
D’altro canto la centenaria storia del Movimento che ha dato alla Chiesa e al Paese, in particolare attraverso la scuola, un contributo sul piano apostolico, umano e civile ha acquisito una ricchezza di esperienze che non vanno perdute ma solo aggiornate per le più complesse e globali istanze di questo tempo che in quanto “magnifico “ deve affascinare i giovanissimi del MSAC e in quanto “drammatico” li deve impegnare, sempre meglio e di più come uomini e donne e come credenti, guardando con gioia e speranza al futuro perché l’azione dello Spirito non mancherà.