Testimonianza di don Giovanni Ciravegna – Assistente Msac anni ‘70
Erano gli anni degli entusiasmi giovanili del dopo-Concilio, delle grandi innovazioni in tutti i campi e, per la scuola italiana, dell’entrata in vigore dei Decreti Delegati, del vivo e sincero desiderio di poter realmente partecipare, con tante speranze che anche l’esperienza scolastica potesse diventare quella realtà più vivibile e vera fucina di crescita umana. In modo tutto particolare poi i giovani del Movimento Studenti attendevano quella agognata riforma della scuola superiore (quanta attesa!), per la quale hanno speso giornate di studio, dibattiti, animazione di assemblee, analisi e verifiche di proposte di riforma provenienti da gruppi e schieramenti politici diversi.
Ma erano anche gli anni che tristemente verranno poi battezzati come “anni di piombo” e non si possono dimenticare i viaggi in treno sulla linea Torino-Roma, con quelle fermate improvvise per dare spazio alle perlustrazioni per rassicurare i passeggeri da eventuali attentati.
Erano gli anni in cui si prestava servizio part-time, in aiuto a don Fortunato Spertini in attesa che il Movimento Studenti avesse il nuovo assistente nazionale nella persona di don Giuseppe Valensisi, mentre la Segreteria nazionale era affidata a Madì Drello di Alba e ad Umberto Folena di Padova.
Tanti ricordi legati prima di tutto alle persone, molte in particolare si vedono oggi attive in campi importanti ed ambiti diversi: grazie anche all’esperienza vissuta nel MSAC, che è stata sicuramente una valida palestra di addestramento ed ha saputo offrire nella proposta educativa autentici valori per le scelte future. Ricordi legati agli incontri con i vari responsabili per programmare convegni e giornate di studio, preparare sussidi, scrivere articoli, organizzare campi-scuola.
Un ricordo tutto particolare è legato ai due Campi Scuola estivi nazionali dell’estate 1974, vissuti a Torgnon (Val d’Aosta) e a Palmi (Reggio Calabria) sul tema della “Evangelizzazione e penitenza: la Chiesa nel mondo e il senso del peccato”, con relazioni su esperienze di vita comunitaria e di fede per studenti che ricercano un impegno cristiano nella scuola, con approfondimenti e gruppi di studio sulla proposta educativa, associativa e pastorale, specifica del Movimento Studenti, sulla problematica della scuola secondaria, sulla conversione come esperienza personale e comunitaria.
Come non ricordare l’autentica gioia vissuta da tanti studenti giovani e giovanissimi nello scoprire e gustare la lettura e la meditazione della Parola di Dio? E’ stato sicuramente questo uno dei primi e principali doni del Concilio, ed i Campi Scuola – vissuti nella serenità e bellezza delle montagne o nella calura del mare – sono stati per molti occasione di aprire forse per la prima volta la Bibbia e, si spera, continuare poi in seguito.
Vivissimo è il ricordo di quelle meditazioni sulla Parola tenute dal gesuita Carlo Maria Martini, allora Rettore del Pontificio Istituto Biblico, nelle mattinate che davano inizio ad un Convegno nazionale a Roma: lettura breve, pacata, incarnata nella vita dei presenti, da far gustare in quella grande sala il vero sapore della Parola.
In un articolo preparato per il primo numero in cui il periodico del Movimento Studenti Presenza e Dialogo, da ciclostilato passava alla stampa per inserirsi tra i Quaderni di pastorale giovanile, insieme con Madì Drello si tentava una riflessione per mettere in evidenza l’apporto educativo del Movimento, e scrivevamo che si corre da più parti il rischio di riempirci la bocca della bella formula “mentalità di fede”, ma è certo che per molti, giovani e adulti, Cristo è più “sconosciuto” che non “rifiutato”. Continuamente il suo nome viene pronunciato in diversi modi, ma ci si ferma troppo poco ad esaminare e ad aiutare il processo di crescita che comporta il rapporto interpersonale con la persona di Cristo stesso. Soprattutto i più giovani corrono facilmente il rischio di giungere ad un’idea del Cristo come modello statico da imitare; troppo spesso rimane ai margini: i giovani sanno tante cose di Lui, ma non lo “conoscono”; hanno appreso notizie sulla sua vita e sulla sua persona, ma non lo hanno “incontrato”; leggono ed ascoltano la sua parola, ma non la assimilano. In tal modo non è possibile dare una risposta personale e decisiva.
Erano gli anni in cui, nell’impegno della Chiesa italiana per rinnovare tutto l’impianto catechistico, si era in attesa di un vero catechismo per i giovani (arriverà presto Non di solo pane), e scopo preciso e fondamentale del Movimento non poteva che essere quello di far incontrare gli studenti con il Gesù del Vangelo, in quell’esperienza di vita di gruppo come vera propedeutica al senso di appartenenza alla Chiesa: un cammino di annuncio, di proposte, di impegni, di sacrificio e donazione. Vero orientamento pasquale di tutta l’esistenza: vita di ininterrotta conversione evangelica, vita di donazione totale con Cristo, vita sostenuta dalla gioia e speranza del Cristo risorto.
Questo tentava di fare il Movimento Studenti in quegli anni; questo è chiamato a fare ogni gruppo di giovani che si sente convocato ad essere Chiesa del Signore.