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Un msacchino alla guida della gioventù cattolica internazionale negli anni del Concilio

venerdì, 25 ottobre 2013

Testimonianza di Antonio Papisca, delegato nazionale studenti della GIAC e poi segretario generale della Fédération Internationale de la Jeunesse Catholique (FIJC) 1959-1966

Nel dicembre del 1959, a Buenos Aires, al termine dell’Assemblea Generale della Fédération Internationale de la Jeunesse Catholique (FIJC), fui eletto Segretario Generale della Federazione.

Nel marzo dello stesso anno avevo conseguito la laurea in Giurisprudenza con una tesi sulla personalità giuridica internazionale della Chiesa Cattolica.

Sempre nel 1959, avvenne il radicale ricambio dei quadri dirigenti nazionali dell’Azione Cattolica Italiana in tutte le sue articolazioni organizzative. Con Giovanni XXIII si aprono nuovi orizzonti ecclesiali e sociali. Presidente della GIAC viene nominato Silvio Bettocchi (sarà poi Ordinario di ostetricia all’università di Bari), Assistente ecclesiastico è Monsignor Giuseppe Lanave (sarà poi Vescovo di Andria), coadiuvato da un gruppo di V. Assistenti, tra i quali primeggiavano Mons. Giuseppe Nebiolo, grande e affascinante pedagogista, Mons. Giuseppe Casale, poi Vescovo di Foggia, Mons. Gianfranco Pastore, poi anch’egli Vescovo.

Io sono chiamato a far parte della Presidenza centrale della GIAC, inizialmente come Delegato nazionale studenti, poi come Delegato professionisti, poi come addetto alle relazioni internazionali. Venivo dall’ Arcidiocesi di Reggio Calabria, dove ero stato Presidente diocesano della GIAC. (La mia famiglia si era trasferita a Reggio dall’Italia settentrionale: sono nato in provincia di Parma da madre emiliana e da padre calabrese, a Pellegrino Parmense, il 25 maggio 1936).

A Reggio Calabria negli anni cinquanta avevo vissuto una entusiasmante esperienza di apostolato, come Presidente di GIAC parrocchiale, Delegato studenti diocesano, Presidente diocesano. L’Arcivescovo Mons. Giovanni Ferro, un piemontese della Congregazione dei Somaschi, oggi Servo di Dio con processo di beatificazione in fase avanzata a Roma, era mio padre spirituale. Anche come Presidente diocesano operavo con lo spirito proprio del Movimento Studenti, al cui interno eravamo numerosi e vivaci quanto a idee e attività di apostolato. Gli amici della FUCI si sentivano un po’… disturbati dalla nostra effervescenza Msac: loro erano una élite, noi una forza studentesca autenticamente popolare. Ma tutti fratelli, ovviamente.

A Roma arrivavo, come prima accennato, fresco di laurea e di studi internazionali, un percorso che avevo intenzione di non abbandonare. La Provvidenza volle ch’io potessi seguire questa vocazione anche esercitando il mio ruolo di Segretario generale della FIJC (con sede principale a Roma nell’antica palazzina della Torre Rossa presso la Domus Pacis), tra l’altro curando i rapporti con gli uffici di coordinamento delle OIC (Organisations Internationales Catholiques) con sede a Parigi (presso l’Unesco) e a Ginevra (presso le Nazioni Unite), partecipando a conferenze internazionali, facendo parte di gruppi di lavoro transnazionali, ecc. La FIJC godeva di status consultivo presso il Consiglio Economico e Sociale delle Nazioni Unite (ECOSOC), l’Unesco, il Consiglio d’Europa, l’Organizzazione degli Stati Americani (OSA), e partecipava alle varie ‘campagne’ della FAO, a cominciare dalla prima grande campagna contro la fame nel mondo. (continua…)