Intervista telefonica rilasciata da Gianni Vattimo a Simone Esposito nel dicembre 2009
Abbiamo spulciato la sua autobiografia [G. Vattimo, P. Paterlini, Non essere Dio. Un’autobiografia a quattro mani, Aliberti 2006], dove lei racconta alcuni episodi della sua vicenda nella realtà degli studenti di AC e della GIAC. Per contestualizzare: siamo a metà degli anni ’50, giusto?
Più o meno sì, nel senso che io sono entrato qualche anno prima. Nel ’54 faccio la maturità e sono già delegato diocesano studenti a Torino. E’ sempre facile ricostruire la data esatta delle cose quando uno le ha vissute. Sono gli anni del contrasto tra Gedda e Carretto [si veda nota al testo (*), ndR]. Gedda era il Presidente generale dell’Azione Cattolica Italiana, Carretto era il Presidente della Gioventù Cattolica. Erano orientamenti diversi, credo fossero principalmente divergenze sul piano religioso: erano infatti tutti e due molto credenti, molto spirituali. Forse Carretto di più perché Gedda sembrava un vero uomo di potere, ma in realtà poi Gedda aveva fondato una sua associazione (che si diceva però facesse massoneria all’interno dell’Azione Cattolica). Erano gli “operai del Getzemani”. Io sono stato anche almeno una volta agli esercizi spirituali nella loro casa a Casale [Casale Corte Cerro, in provincia di Verbano Cusio Ossola, in Piemonte. ndR]. Mi piacerebbe sapere che fine ha fatto, era una casa molto elegante….