Il Msac a Catania – testimonianza di Valentina Lamela
Il ricordo primo sono di sicuro i volti delle persone che mi hanno accompagnato in quei giorni e in quegli anni. Era il 1999 e a Catania si stava tentando di ricostruire un gruppo di persone che si impegnassero a essere protagonisti e testimoni nelle scuole e tra gli studenti. C’era Matteo che dire che dava l’anima per quel progetto è poco e contagiava tutti con la sua voglia di fare e di esserci! Poi Corrado, Miriam, Noemi e tanti altri che mi hanno trascinato a vivere uno dei periodi più belli della mia vita giovanile! Se penso a ciò che è stato per me il MSAC ripenso a quei volti e a quelle persone: anche oggi che i nostri percorsi di vita ci hanno portato lontano li sento davvero ancora vicini! Se penso al MSAC non posso poi che pensare anche a quei primi giorni di aprile del 2001, quando a Roma si svolse la prima scuola di formazione per studenti…un vero evento a cui ci preparavano da mesi, monitorando nelle scuole della provincia l’applicazione dello Statuto degli studenti, insieme all’associazione Cittadinanzattiva. Ragazzi da tutta Italia riuniti per parlare di cittadinanza e per progettare insieme una scuola e un futuro migliore, insieme a personaggi della cultura e delle istituzioni, quale l’allora Ministro dell’istruzione. Come dimenticare le parole accorate che ci ha rivolto Paolo Giuntella sulla attualità e la speranza di un sogno chiamato Europa Unita. Lo ricordo come fosse ieri! Eravamo alle porte della nuova moneta unica, l’Euro e di una Costituzione europea che si vedeva non solo possibile ma realmente fattibile. A distanza di anni ancora oggi mi capita di ripensare a quelle parole che più mi colpirono e mi sentii rivolte davvero in prima persona: “Voi vivrete la sfida dell’Europa e sarete chiamati a testimoniare nell’Europa del mercato e della moneta, delle insegne luminose, il senso del gratuito, del non mercantile, il senso della disponibilità verso gli altri, i diversi, e a seguire Cristo, il più povero e allo stesso tempo Dio di tutti”. Se penso al MSAC penso anche ai mulini a vento di don Chisciotte, e a ciò che rappresentò in quegli anni per me quella metafora e forse rappresenta ancora oggi… e pensare che se non fosse stato per il MSAC non so se avrei mai letto quel libro!!! Se penso al MSAC oggi, non posso che descriverlo come un sicomoro…il sicomoro è un albero simile al fico che si incontra spesso sulle strade della Palestina…è un albero comune da quelle parti, rappresenta la normalità, ma nel disegno salvifico di Dio diviene strumento straordinario di incontro, amicizia e redenzione, di una piccola e curiosa ragazza (molto curiosa all’epoca!!) che vi salì sopra un po’ per caso e una volta lì a vedere il mondo da quella prospettiva e ad incontrare lo sguardo amico di Gesù.