Arriva la festa del centenario

24 febbraio 2010

Cari ex msacchini di tutta Italia e tutte le epoche!

… VI ASPETTIAMO A RIMINI DOMENICA 18 APRILE  PER LA FESTA DEL CENTENARIO DEL MSAC !

Si prepara per questo aprile un intenso appuntamento msacchino. Una festa enorme, grandissima. Si chiama Scuola di Formazione nazionale per Studenti (SFS), un appuntamento triennale giunto ormai, dal 2001 ad oggi, alla sua quarta edizione, che negli anni scorsi ha segnato i cuori e le menti di molti giovanissimi, aprendoli ad uno stile diverso per abitare la scuola e la città. La SFS vuole essere un invito, un’occasione per tanti studenti che non conoscono non solo

il movimento, ma l’associazione, per farsi contagiare da una proposta missionaria a misura loro. È per questo che la Presidenza nazionale riconvoca la SFS, dimostrando così quanto l’AC scommette sugli studenti. E’ questo appuntamento che vorremmo condividere con voi, anche per farvi cogliere la gioia e l’energia di questo MSAC che anche grazie a voi anni dopo va ancora avanti, e va come un treno.

Segnate la data allora:

18 Aprile 2010, RIMINI

[Clicca qui per vedere il sito della SFS 2010!!!]

E’ la data della grande festa del MOVI100, il centenario msacchino. Lo festeggeremo col nostro stile, facendo memoria delle centinaia (come cento sono gli anni) di voci, volti, esperienze che in tanti anni, in tante diocesi, in tante scuole ha raggiunto l’Azione Cattolica attraverso questa sua bella invenzione, dedicata agli studenti adolescenti, fin dal lontano novembre 1910, quando il Consiglio Superiore della Società della Gioventù Cattolica Italiana deliberò in congresso a Modena di riunire a livello nazionale e promuovere in tutte le diocesi le esperienze di circoli studenteschi cattolici già nate qua e là per il paese. Da quella decisione è nata una tradizione, quella del Movimento Studenti (MSAC). Una storia intessuta di mille nomi, volti, testimoni (anche qualche beato, per la verità, come Alberto Marvelli o i fratelli Corrà) che dopo cent’anni chiede di essere ricordata e rilanciata. E nel modo più grato, più generoso, più… spettacolare che tutta l’associazione possa realizzare, stretta tutta quanta attorno al compleanno msacchino. E vogliamo che a questa festa ci siate anche voi, e che gli studenti di oggi possano vedervi, ascoltarvi, assaporare da voi il gusto di vivere in pienezza gli anni degli studi tra i banchi delle superiori

Sta a voi insomma accogliere o no l’invito…. noi contiamo sul vostro aiuto!!!

Segnate la data, lo ripetiamo, cari ex msacchini, ed organizzatevi per venire. Proprio per voi sono state pensate apposite note tecniche nel caso non poteste partecipare a tutta la SFS, ma solo alla domenica mattina

  • La partecipazione per voi al convegno di Rimini è GRATUITA. Vi chiediamo solo di segnalare la vostra presenza all’indirizzo movi100@azionecattolica.it, oggetto “partecipazione 18 aprile”. Per il pranzo vi chiediamo di provvedere autonomamente
  • Nel caso aveste bisogno invece di pernottare la notte del 17 vi chiediamo una piccola quota di 30 euro, comprensiva in questo caso del pranzo della domenica presso la struttura alberghiera (a tre stelle) che vi ospiterebbe. Inviate l’apposita scheda di iscrizione e la ricevuta del versamento a msac@azionecattolica.it o via fax al n. 0666132360. I versamenti vanno effettuati su:
      • - ccp n. 877001 oppure bonifico postale IBAN: IT 98D0760103200000000877001 intestato a “Presidenza Nazionale Azione Cattolica Italiana – Via della Conciliazione 1 – 00193 Roma”;
      • - bonifico bancario IBAN: IT 88Y0351203200000000073581 intestato a Presidenza nazionale AC, presso Credito Artigiano – Sede di Roma.
      • Si raccomanda di specificare la causale del versamento (MOVI100 – cognome)

VI ASPETTIAMO A RIMINI!!!!!!!!!

Con affetto e gratitudine

Saretta

MSAC un passaparola gioioso!

23 febbraio 2010

Testimonianza di Mara Bottone, segretaria diocesana e collaboratrice centrale 1995-98

Scrivo da Strasburgo dove ho realizzato il mio sogno, quello di lavorare per la difesa dei diritti umani,  un risultato che ho raggiunto  grazie anche alle tante cose imparate durante gli anni del MSAC, primo fra tutti lo stile dell’ascolto e del dialogo.

Sono in entrata in AC grazie a Silvio, un mio compagno di classe nonché msacchino ante litteram della diocesi di Napoli. Era il 1989 e nella nostra scuola il MSAC non era ancora arrivato. Sarebbe giunto qualche anno dopo con Paola e Claudia che, messaggere di buona novella, distribuivano il giornalino Passaparola, redatto dalla segreteria del MSAC diocesano.

I 12 anni in AC, trascorsi tra riunioni del Settore giovani, del MSAC diocesano e di quello nazionale  sono stati per me anni intensi e bellissimi

Ringrazio di vero cuore i msacchini e le msacchine incontrati, in particolar modo Roberto, Carlo, Gianluca, Bruno, Chiara, Giandiego, Massimo, Mayla, Elena,  i giovani Berardino, Carmen, Grazia, Gianluca F. e gli assistenti spirituali don Fulvio, don Mimmo, don Lucio che hanno sostenuto  e condiviso le  riunioni ed i campi scuola del MSAC.

Ai msacchini e alle msacchine di oggi, auguro di  vivere con gioia e coraggio il loro “dire Dio tra i banchi di scuola”.

Alla Presidenza Nazionale, auguro di sostenere fortemente il MSAC affinché, con l’AC tutta, sia capace di costruire ponti di speranza in grado di fare incontrare gli studenti del Sud e del Nord, dell’Est e dell’Ovest non solo dell’Italia ma di tutto il mondo.

Auguro, infine, a tutti noi che il MSAC del domani sia sempre più capace di essere sale della scuola e della società civile.

Dal ‘67 al ‘70, il rapporto controverso con GS

23 febbraio 2010

Testimonianza di Paola Sommer, delegata nazionale GF per il settore studentesco dal ‘67 al ‘70

Dal 1967 al 1970 mi trasferii a Roma, al centro nazionale di quella che allora era la Gioventù Femminile di ACI. Fui “nominata” (a quei tempi era così!) vice di Maria Leonardi, veneziana, allora presidente della GF e tuttora mia cara amica (è stata anche testimone al mio matrimonio). L’incarico di vicepresidente mi permise di conoscere persone indimenticabili, come l’assistente generale mons. Costa e il presidente Bachelet, e di partecipare alla sofferta elaborazione del nuovo statuto dell’ACI (1969).

Tuttavia da subito fui prevalentemente coinvolta nel lavoro dell’ufficio studenti. Come segretaria succedevo ad Angela Maria La Porta, che per molti anni era stata delegata nazionale GF per il settore studentesco. Il movimento studenti gieffino era nato da poco, ma era stato preparato dall’impegno di tante “delegate” diocesane, regionali e nazionali, che avevano animato e coordinato le esperienze di diversi gruppi.

Io stessa, nella diocesi di Padova dove ho sempre abitato a parte il triennio romano, dal 1963 al ’66 avevo sollecitato la nascita di gruppi che ancora si chiamavano GS e si riunivano negli incontri di “raggio”. Padova aveva la fortuna di ospitare due “periti” che collaborarono intensamente alla stesura dei documenti del Vaticano II: il teologo ed ecumenista mons. Luigi Sartori, professore al seminario, e il liturgista dom Pelagio Visentin, monaco dell’abbazia benedettina di Praglia. Noi della GF li incontravamo abbastanza spesso: le loro relazioni ci facevano respirare a pieni polmoni il fresco vento conciliare. E non posso dimenticare la mattina dell’ 8 dicembre 1965, quando, riunite in centro diocesano, davanti alla TV assistemmo alla chiusura del concilio e ascoltammo Paolo VI che, tra i vari “messaggi”, lesse anche quelli rivolti alle donne e ai giovani.

Gli anni di Roma furono importanti, ricchi e insieme difficili. La protesta nelle università e nelle scuole creò anche tra noi tensioni e lacerazioni, sul piano sia personale che associativo. Emblematico della complessità del momento fu il convegno nazionale del ’68. Lo preparammo discutendo la situazione del mondo studentesco anche con il futuro cardinale Carlo Maria Martini, allora rettore del Pontificio Istituto Biblico, che poi introdusse i lavori con una meravigliosa relazione sulla testimonianza cristiana. Le altre giornate però furono alquanto movimentate e complicate: alcuni responsabili diocesani, venuti a Roma partendo direttamente dalle università che stavano occupando, ci consideravano come parte del “sistema” che era completamente da cambiare e non erano certo disposti a ragionare con noi di vita di gruppo e di pastorale d’ambiente. Chiacchierando con me, un universitario di Torino disse che non ero poi così stupida come facevano supporre i miei interventi ufficiali al microfono: questi infatti erano stati per lui un cumulo di insulsaggini e di banalità borghesi.

In quegli anni erano frequenti gli scontri e le incomprensioni specialmente con certi responsabili delle regioni settentrionali: i più preparati avrebbero voluto che il centro nazionale premesse l’acceleratore sul versante sia biblico-teologico che sociale e politico. Alcuni (erano di Trieste, di Verona, di Genova, di Bologna…) sono poi diventati cari amici e si sono lasciati coinvolgere volentieri nella preparazione e anche nella realizzazione di vari incontri. Meno difficile era il rapporto con i gruppi del Sud che, provenendo spesso da diocesi piccole (non era stata ancora razionalizzata la loro distribuzione!), trovavano nelle nostre proposte insostituibili occasioni di aggiornamento ecclesiale, culturale e civile.

Mi sembra significativo un altro episodio di quel periodo. A un incontro di studio organizzato negli ultimi mesi del ’68 partecipò inaspettatamente un rappresentante della GS milanese (forse il suo cognome era Colombo). Paolo Cosci e io sperammo fosse l’inizio di un riavvicinamento a quei gruppi che da molti anni avevano tagliato ogni legame con l’ACI. Ma qualcuno che conosceva bene il mondo giessino distrusse la nostra illusione: GS di Milano poteva aderire alle proposte del centro nazionale solo strumentalmente, per ottenere un “riconoscimento” che compensasse l’attuale emorragia di adesioni e aiutasse a ricucire i rapporti fortemente incrinati con il cardinale, anche lui Colombo di cognome.

L’anno dopo la grossa crisi di GS nacque CL. E, ancora sperando in qualche forma di collaborazione, mi recai a Rimini a un convegno del neonato movimento. Ero con Marcello Callari, siracusano, membro dell’ufficio studenti della GIAC. A Rimini assistemmo a una lezione per gli studenti. Si scriveva alla lavagna “Gesù”, poi “Chiesa” e infine “gruppo di CL”. Due frecce collegavano direttamente Gesù alla Chiesa e la Chiesa al gruppo di CL. Lo schema mostrava che solo nel gruppo ciellino si fa esperienza di Chiesa e si incontra Gesù. Ne fu sconvolto anche Marcello, che allora provava una certa simpatia per la proposta, prima giessina e poi ciellina, di un’integrale vita cristiana.

Nell’agosto ’68 e nell’agosto ’69 organizzammo due campi-scuola per responsabili diocesani, al passo Falzarego e ad Auronzo di Cadore: mi pare fossero i primi campi-scuola nazionali incentrati sulla lettura della Bibbia e i primi “misti”, cioè frequentati da ragazzi e ragazze insieme. Nell’affrontare gli impegnativi argomenti che avevamo fissato avemmo come guida don Gianluigi Prato (per noi “Gigi”), allora allievo di Carlo Maria Martini e oggi uno dei più competenti veterotestamentaristi italiani. In quelle giornate si radicò profondamente in molti di noi quell’amore per la Parola di Dio che, come “luce ai nostri passi”, ci guida nel cammino della vita.