Gli anni del MSAC femminile

18 maggio 2010

INTERVISTA DI GIANDIEGO CARASTRO ALLA PROFESSORESSA ANGELA MARIA LA PORTA, delegata nazionale studenti per la GF anni ‘50

DOMANDA

Buona giornata, professoressa. Le porto i saluti di Saretta Marotta, siciliana come lei, attuale segretaria nazionale del Movimento. Cosa ricorda dei suoi anni nel MSAC femminile?

RISPOSTA

Ricordo con piacere gli anni dell’impegno nel Movimento Studenti femminile. Negli anni ’50, all’interno del Consiglio della Gioventù Femminile, nacque la sensibilità di rivolgersi alle studentesse con una attenzione peculiare, così come si faceva per le lavoratrici, le rurali. Io fui chiamata ad impostare il Movimento studenti femminile. Il Movimento studenti femminile era saldamente inserito nella Gioventù femminile.

La sede nazionale era presso la Domus Mariae.

DOMANDA

Chiara Lubich faceva parte del Movimento Studenti di Trento a fine anni 30. Avevate memoria di questo dato?

RISPOSTA

No. All’epoca non si conosceva ancora molto il carisma di Chiara Lubich.

DOMANDA

Don Giussani nel 1954 viene nominato assistente femminile del MSAC di Milano. Avevate memoria di questo dato?

RISPOSTA

No. Non avevamo legami con don Giussani.

DOMANDA

Quale era il metodo del vostro lavoro? Ricorda il nome di altre studentesse che lavorano con lei.

RISPOSTA

Eravamo legati al metodo della Revisione di Vita. Poi, quando era necessario, andavo anche ai convegni organizzati dalle diocesi. E’ passato così tanto tempo che non ricordo le località e i temi. Me ne scuso.

DOMANDA

Non si preoccupi. Cosa ricorda dell’impegno delle studentesse per la riforma della scuola?

RISPOSTA

Ricordo che lavoravamo gomito a gomito con l’UCIIIM e con il prof. Gesualdo Nosengo. Il lavoro comune non impediva di avere posizioni distinte, ad esempio, sulla questione se il Latino dovesse rimanere materia obbligatoria oppure essere trasformate in facoltativa.

DOMANDA

Livio Pescia, Emilio Butturini ricordano che negli anni 60 iniziavano i percorsi comuni tra studenti e studentesse di ACI.

RISPOSTA

Esattamente. Il Movimento femminile che ho frequentato io era distinto dal ramo maschile e si lavorava insieme a livello di ufficio centrale , ma le riunioni nelle diocesi erano distinte per sesso. Ricordo i nomi di Camillo Moser, Amedeo Postiglione di Salerno, Livio Pescia, Emilio Butturini.

DOMANDA

Lei ha insegnato tanti anni a Roma, come docente di Italiano e Storia all’ITC Alberto Ceccherelli. Cosa le ha insegnato il MSAC?

RISPOSTA

Devo molto all’impegno apostolico del MSAC, che era moralmente fondato nella spiritualità dell’Azione Cattolica.

17 maggio 2010

Da Trieste a Ragusa, il movimento che unisce l’Italia

17 maggio 2010

Testimonianza di Andrea Dessardo, segretario msac di Trieste 2002-2005

Il mio incontro col Msac di Trieste fu favorito – incredibilmente – dall’incontro con un prete del profondo Sud, Otranto: si trattava di don Lucio Greco, allora assistente nazionale, che gli incaricati diocesani (l’ultimo congresso era andato deserto) avevano invitato per tentare il rilancio del Movimento, dopo un periodo di crisi. Lella infatti lo aveva lasciato quell’anno, credendo di trasferirsi per l’Università. Per fortuna tornò l’anno successivo e fu così che, con lei, divenni segretario, non prima d’aver preso però parte alla prima SFS della storia, quella di Roma nel 2001.

Il particolare che ricordo con maggior nitidezza di quella SFS è la prima persona cui mi sono presentato, seduta accanto a me ad uno dei workshop; una che avrebbe fatto carriera e già si vedeva, Saretta Marotta. Ma non dimentico nemmeno l’allegro bombardamento di e-mail di Laura Monti. La SFS fu comunque una pietra miliare anche e soprattutto per la mia appartenenza all’Azione Cattolica: là vidi che cos’era davvero l’associazione, di cos’era capace, perché prima ne avevo una pallida idea un po’ sfocata, percepita da molto lontano, attraverso le riviste che arrivavano puntualmente in ritardo, e dai soldi che dovevo cacciare per la tessera a dicembre.

L’aver incontrato il Msac rispose ad un mio radicato desiderio di darmi da fare nella scuola, da adolescente cattolico in cerca di conferme. Il richiamo all’impegno parapolitico c’era sempre stato in me, ma non avevo mai saputo come e dove indirizzarlo. Iniziai così nel Msac: dopo un anno ero già segretario, per quanto sentissi il peso della mia inadeguatezza; una scelta obbligata perché eravamo così pochi e sfiduciati che il congresso si risolse in un accordo tra gentiluomini.

Il Movimento era quello di cui avevo bisogno: di sentirmi impegnato, di avere un’identità, di pensare e agire da cristiano. Restai segretario dal 2002 al 2004. Quell’esperienza mi aprì le porte della Chiesa, di cui cominciai a percepire il respiro, con la partecipazione ai campi nazionali, ai seminari, alla SFS del 2004. Iniziai a render conto di quanto facevamo come Msac al settimanale diocesano, che nel 2003 mi propose di entrare come effettivo nella redazione. E così il Msac mi ha dato, in qualche maniera, anche una chiave professionale, il giornalismo infatti è una passione che mi accompagna ancor oggi; e la mia tesi di laurea l’ho scritta proprio sul settimanale di Trieste, “Vita Nuova”…

Dopo il triennio da segretario, mi candidai al consiglio diocesano; fui eletto e oggi sto concludendo il mio triennio da vicepresidente per il Settore Giovani. Grazie a Giovanni Grandi, allora coordinatore della redazione, sono diventato segretario di “Dialoghi”.

Il Msac ha fatto maturare in me anche la già presente sensibilità politica, indicandomi, oltre agli ideali, ai valori e al metodo democratico, anche dei modelli umani cui ispirarmi. Ho iniziato attaccando manifesti durante la campagna elettorale per le europee del 2004, e nel 2006 sono stato eletto consigliere circoscrizionale. Per il momento può bastare.

Quando l’attuale segretario diocesano, Stefano Dalla Mora, ogni tanto si lamenta per come va il Msac, del suo irrisolto rapporto col Settore, della difficoltà a mettere insieme degli adolescenti… lo capisco, anche se non so come aiutarlo. E ammiro la sua volontà di andare sempre avanti.

Il movimento costituisce ancora le idee e le persone della mia vita

17 maggio 2010

Testimonianza di Luca Diotallevi, msacchino di Terni 1973-77

Carissime, carissimi,

sono stato nel Movimento Studenti di Azione Cattolica della diocesi di Terni Narni Amelia (Umbria) dal Settembre del 1973 (Estate tra il quarto ed il quinto ginnasio) al Luglio del 1977 (maturità classica).
Per me si è trattato dell’inizio di una appartenenza consapevole alla Chiesa, di un approfondimento della fede (che ancora continua), della adesione (che prosegue) all’ìinvito che ho ricevuto dalla Chiesa – innanzitutto attraverso il magistero del Concilio e di Paolo VI – ad accogliere la proposta della azione cattolica come proposta di apostolato laicale.
La scelta di partecipare a quel campo scuola diocesano (La Fossiata, in Sila, Calabria, 13-27 Settembre) è stata la scelta più giusta della mia vita e quella con più influenza su tutto il resto delle cose che ho fatto: una delle pochissime che – potendo – rifarei senza cambiarne nulla.
Le cose apprese in quel cammino ed anche molte delle persone conosciute in quell’ambito sono ancora le idee e le persone della mia vita.
Quell’approccio alla fede ed alla Chiesa, e quell’approccio alla mia umanità ed all’umanità degli altri in un certo senso sono ancora quelli di oggi (50 anni).
In un certo senso però no, perché almeno un po’ sono cresciuto. Credo di essere andato un po’ più “dentro” la fede, il Vangelo, la Chiesa, la azione cattolica, la vita. E quella porta d’ingresso è stata la condizione che mi ha consentito di arrivare sin qui.
Grazie agli amici ed all’assistente del MSAC di allora ed un abbraccio a voi: il Signore abbia misericordia di noi e ci benedica,
Luca Diotallevi